«Anche la nostra pazienza ha un limite»

La capogruppo del Prc alla commissione Difesa della Camera avverte il governo: «Non si abitui a dare i nostri voti per scontati»

da Roma

La notizia dei Dardo, dei Mangusta, e degli altri mezzi che il Consiglio superiore di Difesa ha deciso di inviare in Afghanistan di rinforzo al nostro contingente? Per Rifondazione, che aveva costruito il suo sostegno alla missione sull’idea che non ci sarebbe stato «né un soldo né un uomo» in più, è una tegola in testa. Da quando il partito di Franco Giordano è al governo, infatti, ha già votato il raddoppio dello stanziamento economico (giustificato con il turno di comando italiano) e si appresta a ratificare anche questo nuovo salto di qualità. Ecco perché molti dirigenti di Rifondazione si negano alla richiesta di intervista sul tema, e la principale esperta bellica del partito, la deputata Elettra Deiana (capogruppo in commissione Difesa) spiega perché la corda potrebbe spezzarsi.
Onorevole Deiana, con l’aria che tira, manderete giù anche questa...
«E chi glielo ha detto, scusi?».
Quel che il governo non concede, lo delibera il Consiglio superiore della Difesa: più uomini, più mezzi.
«Lascio giudicare a ognuno l’opportunità di questo pronunciamento».
Lo considera illegittimo?
«Niente affatto! Il Consiglio è un organo istituzionale pienamente legittimo, però dovrebbe riunirsi quando la patria è in pericolo, non per deliberare su elicotteri o lanciagranate».
Lei dice: rientra dalla finestra del Consiglio quel che non poteva entrare dalla porta di Montecitorio?
«Non faccio supposizioni maliziose, ma critiche esplicite, piuttosto».
E di cosa si lamenta, allora?
«Ad esempio del fatto che la proposta di rafforzamento sia tratta a piè pari da un Ordine del giorno presentato dal senatore Calderoli! È giusto la linea la detti l’opposizione?». Lei ha fama di persona pragmatica. Davvero pensa che quelle armi non servano?
«Non lo penso, infatti. Ma questi equipaggiamenti influenzano la natura della missione: costringeranno il nostro esercito a rischiare di più».
Ma nemmeno voi pensate davvero che si possa fare una missione di pace in un territorio di guerra!
«Senta, io in Afghanistan ci sono stata, e parecchie volte: fino ad adesso, con mille salti mortali, i nostri militari sono riusciti a mantenere una sorta di.... faticosa terzietà».
E i Mangusta la fanno perdere?
«Ma certo! Malgrado le pressioni della Nato abbiamo faticato a mantenere il contingente lontano dal fronte di guerra... Adesso noto che, su richiesta della Nato, lo armiamo fino ai denti. Cosa gli impedirà di andare a combattere in prima linea se serve?».
Che devono fare i nostri soldati, lì?
«Mediare, mantenere un ruolo smarcato, e, dove è necessario, con molto pragmatismo, prendere i necessari accordi con i belligeranti».
Anche con i talebani?
«Anche con i talebani, certo».
Lei è stata laggiù, quale le sembra la base di questi eventuali accordi?
«Ah, è molto semplice: “Voi non ci sparate, noi non vi spariamo”».
Solo dir questo, farebbe infuriare i nostri alleati, non faccia finta di no.
«Senta, questa missione, per ora, non ha creato vittime, proprio perché è stata condotta nella maniera opposta a quello che volevano, e vogliono, la Nato e gli americani!».
Ma in Afghanistan le condizioni di guerra cambiano di ora in ora...
«Di Mangusta in Mangusta, non c’è dubbio! Ma non certo in meglio».
Ha antipatia per il mezzo in sè?
«Conoscenza, direi. I Mangusta sono mezzi polifunzionali con spiccate attitudini offensive. Se vai a pesca col cannone è perché pensi di usarlo».
Ma Rifondazione ha già rinnovato il finanziamento già due volte!
«Vorrei che sia lei che i nostri alleati e il nostro governo, non diate nulla per scontato. Anche la nostra pazienza ha un limite».
State sopportando molto per lei?
«Ha visto che ho presentato un’intepellanza sulle...

guerre stellari? Il sottosegretario Forcieri firma un accordo per lo scudo antimissile americano che ci costa come una finanziaria! Non mi pare una scelta felice».
Ma se vi opporrete cade il governo!
«Per ora parlo per me. Ma non si abituino a darci per scontati».

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