Anche Pericu ammette: «Le telecamere servono»

Roberta Bottino

L'occhio elettronico che ha filmato i momenti che hanno preceduto l'uccisione di Luciana Biggi in vico San Bernardo è stato utile per il procedere delle indagini. Le telecamere posizionate in alcuni vicoli del centro storico sono quindi importanti, e lo ha ammesso anche il sindaco, a margine della seduta consiliare a palazzo Tursi. Proprio lui che in passato aveva bocciato la proposta di trasformare i carruggi in un «grande fratello». Queste le accuse che si sono levate dai consiglieri d'opposizione, che sul tema della sicurezza hanno chiesto un intervento deciso da parte della civica amministrazione. Il primo cittadino torna sui suoi passi. «Non è vero quello che è stato detto che noi ci siamo opposti al posizionamento delle telecamere - dice Giuseppe Pericu -. Noi abbiamo impugnato un atto regionale prevaricatore delle autonomie comunali, che voleva sostanzialmente fare dell'amministrazione regionale il sostituto dell'amministrazione comunale. L'unica censura che noi facevamo era quella della competenza e non certamente la censura assolutista delle telecamere».
Occhi elettronici a parte, il sindaco ha informato i consiglieri della sala rossa, che all'inizio della prossima settimana il Comitato provinciale per la sicurezza si riunirà per l'ennesima volta, proprio per valutare quali ulteriori misure adottare per un confronto allargato.
«Le zone più critiche sono San Bernardo, la Maddalena e il ghetto verso via del Campo - continua Pericu -. L'amministrazione è pronta ad aprire un confronto non solo con i consiglieri comunali ma anche con i cittadini per trovare delle soluzioni e rendere il centro storico vivibile.

La cosa che non ci va bene è il binomio centro storico - sicurezza. Sono tanti i quartieri che versano in condizioni critiche, il nostro impegno però è sempre stato forte». Per il sindaco la condizione di vita nei carruggi è migliorata rispetto al passato, ma sono solo punti di vista.

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