Subito dopo il grande successo televisivo di Quelli della notte, Renzo Arbore incise, assieme ai suoi amici, un cd - o long-playing, come credo si chiamassero allora - dallinequivocabile titolo: Prima che sia troppo tardi. Della stessa serie sono adesso queste Avventure agrodolci di Anthony Bourdain (Feltrinelli Traveller, pagg. 295, euro 16, traduzione di Maurizio Migliaccio e Valeria Bastia) che, ad onta del sottotitolo «Vizi e virtù del sottobosco culinario», non hanno intenti moralistici ma assai più nobili. Per usare le parole dellautore, nascono dallidea «di fare un po di fottuti quattrini finché posso».
Dopo che il suo Kitchen Confidential (Feltrinelli) - reportage porno-gastrico, completo di consigli per gli acquisti, approfondimenti di culinaria sconfinanti in performance erotico-etiliste e molto ben scritto - è diventato un bestseller, la sua vita è infatti cambiata. È morto il cuoco (che pare non fosse mai nato) ed è nato lo scrittore. Poiché passare da una scienza esatta come la gastronomia - che ha i suoi teoremi di Pitagora e di Euclide, su cui si costruisce tutto il resto, anche quando venga affidato alla fantasia... - alla più aleatoria fra le discipline, la scrittura appunto, è roba da far tremare le vene dei polsi a chiunque, il povero Bourdain confessa di temere ad ogni istante che «il prossimo libro o il prossimo programma televisivo saranno un fallimento».
Avventure agrodolci è unantologia di pezzi, meglio, di bocconi cucinati in giro per il mondo, col vantaggio della doppia personalità: reporter o cuoco a seconda delle convenienze. Se il gusto delliperbole rende i piatti troppo piccanti, è colpa della verve narrativa; sarà colpa invece della formazione da gastronomo il non riuscire a descrivere in tutta la sua allegria il banchetto innuit a base di foca cruda...
Centrale lincontro con Ferrán Adriá, il celebre cuoco catalano. La greve carnalità di Bourdain e levanescenza delle spume, il testosteronico e il metafisico. Alvaro Vitali e Petrarca... Ma non ci saranno spargimenti di sangue. Solo un patto di non belligeranza, il reciproco rispetto tra due uomini di successo, in campi diversi pur se convergenti. Bourdain si commuove fino alle lacrime ricordando i bei tempi andati quando, «per un giovane incline al crimine e con in tasca quattro soldi, Time Square era il paradiso dellesotismo». E risuonava il familiare ritornello: «Fumo, fumo, vuoi sballare? Di crack ti devi fare».
Filocinese, tra laltro, Bourdain, è a tratti disperato, spesso un po cialtrone. La verità gli scappa in uno fra i commenti pubblicati: «scrivere sempre e solo articoli di cucina alla fine è un po come scrivere romanzi pornografici. Quanti aggettivi si possono trovare prima di cominciare a essere ripetitivi?».
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