
«M'hanno rimasto solo» esordisce con una citazione cinematografica il capogruppo di Forza Italia in Senato Maurizio Gasparri in merito al destino del Salva Milano, che dopo l'inchiesta sul «Sistema Oggioni» si è completamente arenato a Palazzo Madama. «Qui sono scappati tutti - spiega Gasparri - ma da salvare ci sono migliaia di famiglie (come per altro si è visto concretamente sabato con la protesta in piazza Scala e la consegna delle chiavi sigillate), centinaia di imprenditori e soprattutto i loro dipendenti, per non parlare dei milioni di investimenti persi. Noi siamo disponibili ad apportare delle modifiche, a discutere del provvedimento ma una cosa è certa: non possiamo approvarlo da soli. Posso ripetere e che ha già detto il nostro segretario Antonio Tajani sabato Difendiamo Milano, i suoi cittadini e le sue imprese. Lancio un duplice appello alle forze politiche che hanno a cuore la capitale economica del Paese. Andiamo avanti con il Salva Milano per non abbandonare cittadini perbene che hanno investito i loro risparmi. Il sindaco Beppe Sala è scappato, il Pd, che peraltro era piuttosto reticente, è scappato, i Verdi pure e i 5stelle non si sono mai visti. Però...».
Così il capogruppo di Fi lancia un appello alla responsabilità dei suoi alleati politici, che però, stanno mettendo in atto una strategia di isolamento dell'avversario sempre più intransigente. Ecco quindi che il padre del provvedimento, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini che peraltro è milanese, sottolinea Gasparri, e che per primo ha lanciato l'idea di un Salva Milano, inizialmente nelle forma di un emendamento al Salva Casa, sembra aver fatto marcia indietro. «Che cosa dice? - si chiede polemico Gasparri -. Speriamo che si prenda qualche impegno». «Aspettiamo che il Comune di Milano, in base alle cui richieste abbiamo proposto una legge, ci dica cosa vuole fare» la posizione del leader del Carroccio, che puntava a mettere in difficoltà il Comune. Una voce fuori dal coro nel Carroccio è quella del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: «Io vado un po' in controtendenza: sono convinto che il Salva Milano dovrebbe andare avanti. Sono convinto che dovrebbe essere approvato. Perché è qualcosa che va anche e soprattutto a tutelare le tante famiglie che hanno acquistato un immobile in assoluta buona fede e si trovano ora in una situazione di vero imbarazzo».
Settimana scorsa, infatti, è stata sospesa la decisione sul termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge: domani si terrà la commissione Ambiente al Senato che dovrà decidere se stabilire un nuovo termine o invece sospendere sine die e congelare definitivamente il provvedimento. Se il disegno di legge che dovrebbe sanare i 150 progetti approvati, come nofiniti nel mirino della Procura, e dare un'indicazione univoca per il futuro, aveva già ricevuto una stop per l'opposizione del Pd un mese fa circa, ora dopo l'arresto dell'ex funzionario comunale Giovanni Oggioni, accusato di corruzione e falso per una serie di progetti approvati, è stato fermato su richiesta dello stesso sindaco Beppe Sala.
Inamovibile Fratelli d'Italia cristallizzato su
un'unica condizione: le dimissioni di Sala e della sua Giunta. Il senatore Sandro Sisler: «Non si tocca il Salva Milano se prima non si dimettono il sindaco di Milano Beppe Sala e la sua giunta, responsabili di questo disastro».
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