Applausi e bagni di folla La giornata più lunga del sindaco Alemanno

da Roma

È entrato a Montecitorio accolto dagli applausi di buona parte dell’emiciclo, interrompendo la litanìa di Pierluigi Castagnetti, presidente di turno, che leggeva delle comunicazioni ufficiali. Poi ha abbracciato alcuni dei suoi fan di giornata e si è andato a sedere al penultimo banco dell’ala destra dell’aula, con l’aria di chi l’ha fatta grossa. Strana la vita per il quasi ex onorevole Gianni Alemanno: mentre attorno a lui tante matricole del Parlamento ancora si beavano del nuovo status, lui era felice di dovere scrivere la lettera di dimissioni da deputato per fare il sindaco di Roma. Come ultimo atto da parlamentare, l’incontentabile Alemanno vuole togliersi un altro sfizio: «Votare Fini presidente di Montecitorio».
Ha la gola secca per le tante interviste, un po’ di sonno per le poche ore dormite dopo il lunedì del trionfo e l’agenda bella piena di chi non si è fatto prendere alla sprovvista dal successo, l’ex federale romano di An. Chi lo conosce, del resto, ama descriverlo come un instancabile, uno capace di stremare il suo entourage. E nel primo giorno da sindaco, anche se ancora non insediato, scrive e riscrive più volte l’agenda delle sue priorità, fin da quando, di prima mattina, mette a segno la prima delle innumerevoli interviste del giorno a una trasmissione televisiva di Canale 5.
Qui Alemanno propone la creazione di un commissario straordinario governativo sulla sicurezza a Roma e annuncia che la prima riunione di giunta avrà proprio questo tema, pagando subito pegno all’argomento che sa essere stato decisivo per la sua elezione. Il nuovo sindaco sa pure di essere stato votato da una parte dell’elettorato di sinistra, e si coccola questi nemici-amici annunciando «per Roma qualcosa di simile alla commissione Attali in Francia, aperta a tutti». Altro tema forte, se non altro perché cavallo di battaglia della precedente amministrazione, quella della cultura. In particolare la Festa del cinema, che Alemanno garantisce di volere salvare però modificandola: «La mia intenzione non è quella di cancellare le iniziative culturali prese nel recente passato - dice il neosindaco - ma di far mettere i piedi per terra. La festa del cinema la faremo su film italiani più che su star hollywoodiane, in maniera tale da promuovere la nostra cinematografia». E spunta anche il nome di Pasquale Squitieri come successore di Goffredo Bettini (il cui mandato scade però nel 2011) alla guida della kermesse di ottobre, che sarà anche legata a filo doppio ai David di Donatello.
Finita la prima intervista del giorno, e messi sul tavolo i primi temi, la scappata a Montecitorio, l’applauso già raccontato, e un nuovo bagno di parole con i giornalisti. Alemanno aggiunge nuove pennellate alla Roma che sarà. Annuncia che la commissione bipartisan sarà guidata da Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes. Tranquillizza Berlusconi, che ha paventato per Roma una crisi-rifiuti napoletana, infilando in agenda un incontro con il presidente della Regione Piero Marrazzo, che è commissario straordinario sull’emergenza rifiuti. Nega che ci saranno licenziamenti nelle municipalizzate capitoline ma fa tremare i cda, sui quali «andrà fatto un monitoraggio perché molte cose non vanno».
Ha fretta di mettersi al lavoro, il barese de Roma. «Inizierò a lavorare immediatamente e senza pietà», promette. Sì, ma quando? «Sarò insediato domani (oggi alle 16, ndr) e il 1° maggio sarò con il capo dello Stato per la prima inaugurazione al monumento ai caduti del lavoro», racconta a Radio Radio, sanguigna emittente locale. Che è molto ascoltata dai tifosi, e Alemanno ne approfitta per sgomberare il campo: «Il Comune è disponibile a trovare le aree per i nuovi stadi di Roma e Lazio ma sia chiaro: l’amministrazione non metterà un euro». Cambia radio, cambiano gli argomenti. A Radio Vaticana si vola più alto: «Il mondo cattolico rappresenta l’identità portante di questa città, sia sul versante dei valori sia su quello della solidarietà sociale».


Poi in serata, un nuovo bagno mediatico, l’ospitata a Ballarò, la trasmissione che aveva messo in scena la scorsa settimana il primo faccia a faccia televisivo contro Rutelli. Allora si disse che Alemanno aveva stravinto. Era solo l’inizio.

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