Oltre settemila in fila ieri dalle 16 hanno aspettato pazientente al freddo e sotto una pioggia battente il proprio turno per ammirare il museo del Novecento. A fare gli onori di casa Letizia Moratti che per un’ora circa ha accolto i milanesi, di tutte le età, stringendo mani e dando un sorridente benvenuto. «Questo è un museo - ha affermato il sindaco - che ci possono invidiare in tutto il mondo: non credo, infatti, che esista un museo con una quantità di opere così importanti in una struttura così bella con degli scorci architettonici e giochi di spazi, di colori, di forme, così straordinari. Questo non è semplicemente un museo, ma un punto dove le opere d’arte dialogano con la città attraverso le finestre che si affacciano sul Duomo. E Milano - ha aggiunto - risponde molto bene quando ci sono eventi di qualità. Anche a Palazzo Marino all’esposizione del quadro di Tiziano c’è una grande folla».
Alle critiche sul percorso espositivo, sollevate su queste pagine da Luigi Sansone, uno dei massimi esperti del Futurismo, hanno fatto eco quelle di uno dei mostri sacri della critica, Gillo Dorfles che ha commentato con un laconico: «Peccato per Sironi...» a proposito della mancanza di alcuni artisti del XX secolo. «Al percorso abbiamo lavorato per due anni con il comitato scientifico di esperti. Questa non è un’antologia - si è difesa la direttrice Marina Pugliese - ma è un museo che, come tale, deve raccontare una storia».
Una storia destinata ad ampliarsi, a sconfinare nel tempo, ma anche nello spazio: molto presto, prima del 2015, Milano potrebbe vedere nascere un secondo musoeo del Novecento che completerà il viaggio nella storia dell’arte del XX secolo. E la continguità è anche fisica: l’istituzione dovrebbe essere ospitata nell’Arengario2, l’edificio gemello. Il Comune, fermamente intenzionato a dare avvio al progetto, ha avviato un’indagine per conoscere lo spazio a disposizione nell’edificio gemello e avere una stima del costo dell’operazione. «L’Arengario bis - spiega l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory - dovrebbe integrare il percorso espositivo, raccogliendo le opere degli ultimi trent’anni del Novecento fino alla contemporaneità. Insieme al Mac, il Museo di Arte Contemporanea che sorgerà a CityLife nel 2013, si potrebbe costituire un vero e proprio sistema del Novecento». Ma il Comune costretto a continui tagli di bilancio, se lo potrebbe permettere? «L’amministrazione non deve rinunciare a essere il finanziatore principale, deve farcela da sola, poi intervengono i privati». Un’idea soltanto? No, molto di più tanto che Italo Rota artefice della matamorfosi dell’Arengario in museo del Novecento, ha predisposto la struttura perché si possa collegare con la sua gemella, esattamente di fronte.
Intanto i milanesi fino all’1 di notte hanno avuto l’occasione, piuttosto unica, di passeggiare tra le 400 opere distribuite sugli 8mila mq di spazi, ascoltando gli interventi di Ornella Vanoni, Gillo Dorfles, Martina Mondadori, Gualtiero Marchesi, Silvio Soldini, Camila Raznovich.
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