Arancia meccanica alla Rustica: donna sfregiata con l’acido

Acido in faccia per punirla o solo per lanciarle un avvertimento. L’arancia meccanica è avvenuta ieri nel quartiere periferico di La Rustica e nel mirino di due balordi è finita una donna di cinquantadue anni.
Per R.A. l’incubo si è materializzato poco dopo le 5.20 in via Dameta, dove abita con il marito. Stava scendendo una scala interna che collega la sua abitazione al garage, quando è stata sorpresa dai due sconosciuti. L’hanno prima immobilizzata, poi legata a una sedia con nastro adesivo, chiudendole la bocca per impedirle di urlare. «È una rapina», hanno gridato i due, di nazionalità italiana, con il volto coperto da un passamontagna e le mani nascoste dai guanti. Quindi, hanno rovistato nella borsa che conteneva mille euro, seicento dei quali destinati ai fornitori. R.A., infatti, titolare di un banco di frutta in via della Primavera, a Centocelle, avrebbe dovuto pagare in mattinata alcuni fornitori. Invece la poveretta è stata fatta inginocchiare dai rapinatori, che le hanno gettato dell’acido in testa eppoi sono fuggiti, portando via il denaro.
La donna è riuscita a chiedere aiuto ed è stata accompagnata al Policlinico Casilino, dove i medici le hanno prestato i primi soccorsi. Per fortuna l’acido che è colato sugli occhi e sulla bocca della commerciante, non ha causato danni permanenti e secondo i sanitari guarirà in una diecina di giorni.
Del caso si occupano i carabinieri della compagnia Montesacro, coordinati dal maggiore Luciano Soligo, che stanno verificando nel dettaglio il racconto della vittima e indagano a 360 gradi sulla sua vita privata. «Siamo davanti a un singolare modus operandi che ci porta a escludere si tratti di estorsione - spiega il comandante Soligo -.

Scaviamo invece sulla vita privata della donna: siamo convinti che chi le ha fatto del male volesse farle un dispetto. Inoltre i responsabili o il mandante, conoscevano da vicino le sue abitudini e sapevano che sarebbe scesa a quell’ora dalle scale interne all’edificio e che proprio quel giorno avrebbe dovuto pagare i fornitori».

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