Arcipelago di Zanzibar E all'improvviso il paradiso tropicale

In giro per le isole: dalle spiagge di Nungwi e Kiwengwa agli atolli di Pemba e Mnemba, fino alla colorata Stone Town

Camilla Golzi Saporiti

Il colore dell'acqua e la consistenza della sabbia. Dell'arcipelago di Zanzibar i punti forte e indiscussi sono quelle sfumature celesti, verdi e turchesi che l'oceano Indiano riesce ad abbinare e cambiare, tra un'alta e una bassa marea; e quella sabbia corallina, bianca e impalpabile come il borotalco che non scotta sotto il sole allo Zenit. Non servono filtri o ritocchi, al naturale sono insuperabili. Al punto da risvegliare dal letargo invernale e far sognare di partire per quest'arcipelago al largo della Tanzania. Perché, sì, Zanzibar non è un'isola sola, ma un tris di isole: Unguja, la principale e più conosciuta, quella erroneamente chiamata Zanzibar, la piccola Pemba e la minuscola Mnemba. Distinguo geografici a parte, con 8 ore di volo si atterra in estate. Da gennaio a fine marzo il sole splende e riscalda. A dare il benvenuto è un aeroporto spartano, contenuto (a dir poco) nelle dimensioni e surreale nell'organizzazione che procede letteralmente a mano (e che contro ogni aspettativa funziona). La voglia di schizzare al mare e camminare scalzi sulla sabbia preme.

Serve un'oretta per raggiungere la costa, sia quella orientale sia quella settentrionale, diverse tra loro ed entrambe da sogno. In quell'oretta si realizza che, oltre al sole, al mare e alla spiaggia, c'è altro. Unguja concentra tutte le atmosfere africane, quelle che colpiscono gli occhi ed entrano nel cuore. I bambini che sorridono con i loro occhi neri che più neri non si può, le donne avvolte in kanga colorati che trasportano enormi ceste sulla testa, gli uomini sdraiati all'ombra di banani e baobab che osservano la vita che passa. Gli odori speziati di chiodi di garofano, di cui Zanzibar è il primo produttore mondiale, curry e cannella che girano nell'aria. I jambo jambo, ciao ciao, detti tutti d'un fiato, gli hakuna matata, nessun problema, ripetuti come ritornello, inno, soprattutto filosofia di vita. I frangipane e i flamboyant sempre in fiore. Sono questi scorci e incontri che accompagnano allo spettacolo vista mare. La selvaggia spiaggia a est, attorno a Kiwengwa, è tra le più lunghe dell'isola, ed è lì per ricordare che la bellezza fa bene allo spirito. A colpire, appena arrivati, sono la luce e la vegetazione. A dettare il ritmo delle giornate, poi, c'è il fenomeno delle maree. Con la bassa marea si passeggia immersi nella pace di una natura calma e autentica fino al reef. Ci si può camminare praticamente sopra, riuscendo a vedere a occhio nudo coralli, conchiglie, pesci, stelle marine rosse, verdi, viola. Quando la marea si rialza è l'ora di tuffi e nuotate. Sulla punta nord di Nungwi tempi e panorami cambiano. Qui l'oceano sente meno il su e giù delle maree, assume tinte e trasparenze ancora più intense, dà il meglio di sé, è spettacolare davvero; si perde l'alba, che sorge a Kiwengwa, ma gode il tramonto. La spiaggia resta una distesa infinita di borotalco. Da qui, è un attimo raggiungere le due isole satellite, Pemba e Mnemba, che regalano i fondali più colorati, acque come piscine, bagni con delfini e, se si è fortunati, con tartarughe e balene. Vale la pena rinunciare a un giorno di mare per visitare Stone Town, centro antico zanzibarino. Incantata e incantatrice, fatiscente e caotica come tante città arabo-africane, è ricca di interessi. A cominciare dalle case in pietra con porte intarsiate e dagli edifici dove la storia coloniale omanita ha lasciato il segno accanto a quelle inglese e portoghese. Sul lungomare, oltre al Vecchio forte arabo del 1883, c'è il Palazzo delle Meraviglie, il primo in Africa con elettricità e ascensore, oggi abbandonato. Alle sue spalle, percorrendo stradine con negozi di stoffe, artigianato e souvenir, chiese, moschee, locali frequentati un tempo da Livingstone e Hemingway, e la casa di Freddy Mercury. Toccante il monumento agli schiavi e le carceri dietro la chiesa anglicana. All'opposto, l'allegro Darajani market, che mostra tutta la varietà dei prodotti locali.

È qui che si comprano le spezie migliori e che si assiste all'asta del pescato, acquistato dai migliori offerenti in un rituale quotidiano senza tempo.

Info per 7 notti, con trattamento all inclusive: Veraclub Zanzibar Village con miniclub, a Kiwengwa, da 1.314 euro; Veraclub Zanzibar Sunset Beach, a Nungwi, da 1.474 euro; www.veratour.it. Prenotazioni in agenzia.

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