Armani e il balletto meccanico in passerella la salopette-tutù

Lo stilista sorprende con i suoi richiami alle geometrie Bauhaus Krizia alla sua femmina scostumata scopre le gambe fino all’inguine. La donna Prada è una principessa in corto

Armani e il balletto meccanico 
in passerella la salopette-tutù

Milano«La vuoi comprare tu?» risponde Giorgio Armani al primo giornalista che riesce a fargli la domanda del giorno: vende l'azienda, ha già venduto o venderà? Il popolo della moda non parla d'altro ai piedi delle passerelle di Milano dove ieri è andata in scena la seconda giornata di sfilata e del prêt à porter femminile per l'estate 2010. Inutile fargli domande sul suo stato di salute: basta vederlo per rendersi conto che sta molto meglio rispetto allo scorso giugno, quando comparve dimagrito e visibilmente sofferente per una grave intossicazione al fegato. Da quel momento in poi sono uscite voci d'ogni tipo: dalla vendita del gruppo all'Oréal (in realtà con il colosso cosmetico francese Armani lavora da una vita per i suoi formidabili prodotti di trucco, trattamento e profumi) al presunto bollettino medico con prognosi sempre più infauste. Lui ha continuato ad andare avanti come se niente fosse: ha ammesso di aver fatto la più lunga vacanza della sua vita dividendosi tra l'amata casa di Pantelleria e una crociera in Croazia. Ma soprattutto ha continuato a lavorare con il rigore e la professionalità che gli sono propri.

Il risultato migliore di tanto impegno è la sorprendente immagine di donna che ieri abbiamo visto in passerella: tacchi bassi, gonne corte a palloncino sotto cui spuntavano dei meravigliosi short in paillettes, piccole e deliziose giacche appena scostate dal corpo, superbe geometrie create dalle stampe, dai colori e in certi casi perfino dai modelli. Tanto per dare un'idea c'erano delle giacchine fatte con quadrati di tessuto magicamente assemblati in un'impeccabile forma sartoriale. Nei meravigliosi abiti da sera tagliati a bustier con un rigoroso effetto rettangolare perfino sulle curve del seno e poi stretti in vita da alte cinture, c'erano invece dei ricami chiaramente ispirati dalla cinetica furia del futurismo: i corpi elastici che creano figure geometriche, la body art. Per quel che riguarda i colori c'erano veri e propri punti di luce magicamente orchestrati: verde bottiglia e blu Kline, un solo rosso per il calzoncino di paillettes che occhieggiava sotto all'indimenticabile salopette-tutu in un evanescente e al tempo solido punto di grigio. Tutto questo e tutto insieme faceva pensare al celebre balletto meccanico di Oskar Schlemmer, l'artista del Bauhaus con il pallino delle costruzioni meccaniche di sapore surrealista.

Ma la magia di Armani sta proprio nella sua capacità di tradurre le cose più complesse in un linguaggio comprensibile e accessibile a tutti. Così invece di trastullarsi con questa idea molto concettuale di donna, lui l'ha resa magicamente accessibile e vera accorciando drasticamente le gonne. Un corto così garbato e al tempo stesso moderno da farci dire nel momento dei saluti nel backstage: «Ci vuole una bella forza per mettere il senso della contemporaneità in un tutù da ballerina». Sorridendo ci ha regalato una risposta che chiude il cerchio di tanti inutili bla bla: «Pare che la mia moda sia un buon investimento». Inutile dire che il maestro ha ragione da vendere: nel gran ballo delle tendenze quella sua idea di accorciare le gonne senza involgarire le donne ma anzi rendendole squisitamente chic, sarà sicuramente la più gettonata. Krizia, per esempio, definisce la sua donna bella e scostumata solo perché mostra le gambe dal mattino alla sera, perfino il bellissimo abito in taffetà viola con tanto di strascico davanti era aperto fin quasi all'inguine. Cortissimi e davvero molto carini tutti i modelli militar chic di Les Copains, marchio disegnato con mano sempre più felice dal giovane Albino D’Amato.

Invece Pianura Studio, griffe che fattura 26 milioni di euro l'anno, lancia l'abito a lunghezza variabile: corto, al ginocchio e longuette secondo un gioco di coulisse. Del tutto fuori dal coro il lungo e trasparente di Marras che in tempi di escort e di volgarità, pensa bene d'ispirarsi al bordello nell'elegante visione che seppero darne due film (Pretty Baby di Louis Malle e Film d'amore e d'anarchia di Lina Wertmüller) e il fotografo francese Bellocq in un reportage realizzato negli anni Trenta a New Orleans.

In realtà il bravo stilista sardo voleva lavorare sull'estetica della vecchia lingerie: panciere, sottoveste e reggiseni corazza portati a vista. Peccato che per portare le sue zeppe da 20 centimetri ci voglia il brevetto di volo, e poi siamo davvero sicuri che una donna trovi poetico un luogo chiamato postribolo?

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