Arrestati 18 pedofili Abusi sui rom e su baby calciatori

Bambini tra 10 e 13 anni reclutati in campi nomadi e ai semafori per festini privati. In un centro sportivo i piccoli filmati sotto la doccia

Alessia Marani

da Roma

La Roma dei quartieri-bene e quella dei ghetti maleodoranti; i bimbi rom mandati a mendicare per strada e i piccoli campioni in erba accompagnati dai genitori a «sgambettare» sui campi di calcio. Per tutti un agghiacciante denominatore comune quello scoperto dalla polizia nella Città Eterna nell’operazione «Fiori nel fango» scattata all’alba di ieri: lo spettro della pedofilia. I «fiori», ma anche i «brillanti» erano i ragazzini, giovani vittime, soprattutto fra i 10 e i 13 anni reclutati perloppiù in un campo nomadi alla periferia est, adescati ai semafori, oppure (nei casi dei più «grandicelli», tra i 16 e i 17 anni) abbordati nei luoghi della prostituzione gay, da Valle Giulia a piazza della Repubblica, dalla fermata metro Anagnina alla stazione Tiburtina. Filmati con telecamere nascoste (una era piazzata negli spogliatoi del calcio club «Eurolimpia» per osservare i bambini sotto le docce), scambiati, «invitati» a partecipare a festini, alcune volte drogati, persino venduti dai genitori agli aguzzini in cambio di un televisore o di una manciata di euro. A finire in manette, ieri, con accuse che vanno dallo sfruttamento della prostituzione minorile alla detenzione di materiale pornografico, dagli atti sessuali alla violenza su minori, 18 persone, 12 italiani e 6 romeni, tra cui il dirigente di una scuola calcio dell’Eur - zona residenziale a sud di Roma - Fausto Cusano, 38 anni, figlio di un consigliere municipale, già ai domiciliari per avere tentato l’approccio con un bimbo francese in un ritiro in Umbria, e un cantautore siciliano, Vincenzo Petronciana, 52 anni, ex leader dei «Livingstone» con apparizioni a «Discoring» e a un «Disco per l’estate», autore di testi etnico-sacri. Nell’abitazione di Cusano, al Laurentino, gli investigatori della IV sezione della squadra mobile, hanno trovato 200 videocassette amatoriali che riprendevano incontri sessuali con minori, immagini ora al vaglio della Scientifica. Quaranta finora quelle identificate, fra queste 3 italiani, 2 dei quali, insieme con un bimbo rom, sono già stati affidati ai servizi sociali.
L’inchiesta, del resto, prende il via nel 2004 proprio su input degli operatori comunali che nel campo di «Tor Fiscale», sulla via Appia, notano il via vai di un italiano che con la sua auto (di cui segnalano la targa alla questura) entra e esce con dei bambini. È Matteo Napoli, 64 anni. È lui ad avere i contatti coi capi del campo (il clan Iancu che, per l’occasione finisce alla sbarra per estorsione aggravata nei confronti degli altri ospiti del campo) e con Relu e Ioana Curt, genitori di un 12enne picchiato e costretto a subire le continue attenzioni dell’anziano. I poliziotti mettono sotto controllo il suo telefono, lo pedinano. In breve tempo arrivano anche a Roberto Patassini, 43 anni, detto «la nana», collaboratore di Giulio Pichini, 61 anni, già titolare dell’«Incognito 2000», gay-night di via Casilina. I due erano già stati arrestati dai carabinieri nel 2000 e nel 2001, a seguito dell’indagine sul sedicente «fronte di liberazione dei pedofili». Pichini, oggi come ieri, è accusato di avere organizzato i festini.

In manette anche un commerciante, Vladimiro Ferrari, Rosario Tagliarini, 45 anni, Giorgio Cripezzi, 55 anni, Libero Del Ponte («sora gnegnè») 57enne, Antonio Amendola (personaggio che da Napoli portava minori a prostituirsi in trasferta) e Sandro Gorgatti, imprenditore di Fiume Veneto (Pd), 56 anni, a cui la mobile è arrivata indagando sull’omicidio a gennaio di un cameriere gay di Centocelle. Vennero subito individuati gli assassini, Valentino M., 17 anni e il fratello più grande. Valentino, ragazzo di vita, era all’epoca negli indagati di «Fiori nel fango».

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