Le patate già ci sono, entro fine anno arriveranno in Italia anche pomodori, carote e insalata, latte e formaggio, anche cioccolatini, salsicce e vodka. Tutto ad alto contenuto di iodio, grazie all'arricchimento di terreni e mangimi.
Sembra che ne assumiamo troppo poco e per combattere la carenza di questo metallo alcalino è partita una campagna d'informazione internazionale, coordinata dall'Italia, che consiglia di privilegiare l'uso di sale arricchito con iodio, ma anche di altri prodotti naturali
Si tratta di una delle prime 10 emergenze di salute del pianeta. Nel nostro Paese hanno questo tipo di problemi 6 milioni di persone, di cui uno in Lombardia. In gravidanza ci sono ripercussioni su feto, nei bambini conseguenze sullo sviluppo cerebrale e difetti delle funzioni cognitive, nelle donne over 60 ipotiroidismo.
Nel mondo 800 milioni di persone hanno disfunzioni e il gozzo manifesto, oltre 2 miliardi sono a rischio di carenza iodica e oltre 30 milioni hanno vario grado di disturbi neurologici e cognitivi di vario grado causati da inadeguato apporto iodico durante la vita fetale e neonatale.
Il programma sanitario di Iodoprofilassi ha permesso di ridurre da 110 a 47 il numero di Paesi con carenza iodica.
Recentemente, la prima Giornata Europea della Tiroide, ha lanciato la campagna internazionale di informazione per incentivare una regolare assunzione di iodio, attraverso un'alimentazione corretta.
L'iniziativa è stata promossa dall'AIT, Associazione Italiana Tiroide, in collaborazione con ETA, European Thyroid Association e ICCIDD, International Council for the Control of Iodine Deficiency, con il Patrocinio del Ministero della Salute e del Comune di Milano.
«Nel nostro Paese - spiega Aldo Pinchera, Coordinatore Europa Centrale e Occidentale ICCIDD, Presidente AIT e Professore Ordinario di Endocrinologia all'Università di Pisa -lo iodio contenuto negli alimenti è in quantità non adeguate e perciò la popolazione è esposta a rischio di carenza di questo nutriente. Il 10% degli italiani ha gozzo con o senza noduli. Per sopperire, almeno in parte, a questa carenza sono in arrivo sulla tavola degli italiani prodotti naturali e con un maggior contenuto di iodio».
Questi nuovi prodotti nascono dalle ricerche dell'Università di Pisa. Nel 2009, in particolare, 70 mucche da latte sono state nutrite con mangime arricchito con iodio in quantità superiori alla norma, ma ampiamente inferiori al massimo consentito dalla legislazione europea. I risultati parlano chiaro: nel formaggio grana padano prodotto con il latte di queste mucche la quantità di iodio per 100 grammi è aumentato di due volte e mezzo.
Per gli esperti c'è un aumento della produttività e un miglioramento della qualità dei nuovi prodotti, che sono più sani ma anche più buoni e abbondanti.
Uno studio dell'Università di Pisa ha dimostrato che, arricchendo il terreno e i concimi con iodio, si possono ottenere vegetali e ortaggi che nascono con quantità di questo elemento naturalmente superiori al normale.
E' il caso del pomodoro arricchito, ma anche insalata e carote, che si aggiungono alle patate iodate.
Si sta anche studiando la possibilità di creare erba geneticamente modificata per il pascolo dei bovini, in modo che gli animali assorbano direttamente con l'alimentazione una certa quantità di iodio che arricchisca naturalmente il latte e anche la carne.
In Russia lo iodio lo aggiungono alla vodka. Nella lombarda Valtellina lo mettevano nei cioccolatini da distribuire ai bambini. In Piemonte lo aggiungevano al pane. In Africa lo distribuiscono alle future mamme miscelato con olio. In Abruzzo, regione nota per il consumo di carne ovina e per la iodiocarenza, l'Istituto Zooprofilattico di Teramo ha avviato uno studio sugli allevamenti di pecore.
Gli animali hanno ricevuto un supplemento di iodio mediante iniezioni con un composto utilizzato in radiologia.
I risultati hanno mostrato un netto miglioramento della capacità riproduttiva degli animali, un aumento della produzione di latte e un aumento della concentrazione di iodio nel latte e negli altri prodotti a base di latte destinati al consumo umano, come i formaggi.
In Germania, paese noto anch'esso per la iododeficienza e per il consumo di wurstel e salsicce, il piano di iodoprofilassi attuato da alcuni anni prevede l'aggiunta di alghe, naturalmente ricche di iodio, all'alimentazione di suini e altri animali. I risultati ne evidenziano un aumento nei muscoli, ma anche in fegato, cuore e reni.
«Il problema della carenza di iodio è particolarmente importante nella gravidanza - dice Pinchera - quando è necessario un pieno funzionamento della tiroide per la madre e per il feto ed è per questo che le associazioni medico-scientifiche raccomandano di verificare la funzione della ghiandola tiroide all'inizio e possibilmente anche prima della gravidanza nelle donne in età fertile».
Il problema della carenza di iodio, spiega il professor Luigi Bartalena (Ordinario di Endocrinologia all'Università dell'Insubria e segretario ETA )è comune a tutti i paesi europei e per questo si è deciso di istituire una giornata di sensibilizzazione.
In Italia, con la scomparsa della carenza iodica è praticamente diminuito anche il cretinismo endemico ma, sottolinea il professor Francesco Trimarchi (Ordinario di Endocrinologia dell'Università di Messina), « persistono gradi più lievi di carenza che durante la gravidanza possono provocare deficit intellettivi di minor grado nei bambini, con problemi nell'apprendimento, che in età adulta si traducono in ridotta abilità nel lavoro» .
Al problema della carenza iodica legato all'ambiente si aggiunge quello della autoimmunità di origine genetica, che in vario grado colpisce fino a 6 milioni di persone e che nelle donne sopra i 60 anni porta spesso a ipotiroidismo. «Basta un semplice esame del sangue- dice il professor Paolo Vitti (ordinario di Endocrinologia dell'Università di Pisa)-, ed in particolare il dosaggio dell'ormone tireostimolante TSH, insieme ad una ecografia della tiroide per individuare questa disfunzione».
L'OMS, l'UNICEF e l'ICCIDD si sono poste l'obiettivo di eliminare questi disturbi, con l'uso di sale arricchito con iodio.
In particolare 34 Paesi, soprattutto l'America del Nord e la Cina, hanno raggiunto livelli ottimali. In Cina in 5 anni il consumo di sale iodato è passato dal 39% al 95%. Oltre ai Paesi che hanno risolto il problema, ve ne sono altri prossimi a raggiungere l'obiettivo della eliminazione della carenza iodica: l'America Latina-Caraibi, dove l'85% delle famiglie consuma sale iodato e l'Asia Orientale-Pacifico, in cui la percentuale è dell'84%.
Ma nel continente europeo l'obiettivo di una adeguata iodoprofilassi è ancora lontano da essere raggiunto.
Nel 2008 la Commissione per la redazione del «Copenhagen Consensus», costituita da 8 economisti tra i quali 5 premi Nobel, ha valutato il valore economico in termini di costo-beneficio dei programmi di lotta contro la Fame e la Malnutrizione nel mondo.
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