«In fondo anche questo è un modo di diffusione del libro» commenta scherzoso Marcello DellUtri, direttore della Fondazione della Biblioteca di via Senato e organizzatore della 19ª mostra del libro antico. Ieri mattina alle 11 infatti, la folla rumorosa e incontrollabile del primo giorno di apertura al pubblico è stata un elemento determinante nel rendere linizio di questa due giorni al Palazzo della Permanente di via Turati davvero «indimenticabile». Il ladro, rivelatosi conoscitore del settore ma anche abilissimo professionista del mordi e fuggi, ha approfittato dei primi 20 minuti di caos allingresso della mostra per farsi largo tra gli stand, visitare due espositori intenti a sistemare i libri nelle loro vetrine, rubare inosservato due preziosi incunaboli del valore rispettivamente di 24mila e 6mila euro e sparire nel nulla.
Il volume più prezioso tra quelli scomparsi (la mostra non è nuova a questo genere di episodi: era già successo nelledizione del 2004, ndr) si trovava allo stand numero 7 ed è, in realtà, un piccolo libro, non più alto di 18 centimetri e largo 125, con sibille e oracoli effigiati, scritto da un teologo siciliano del 400, Filippo de Barberis e stampato dal primo tipografo italiano, Filippo de Lignamine. «È unedizione rara e ce nerano due sole - spiega Filippo Rotundo, titolare della libreria antiquaria Philobiblon con sede a Roma, Milano e Londra, e proprietario del prezioso incunabolo -. Questa rubata, la seconda, era quella con più illustrazioni: 29. Si trovava qui, nella vetrina interna, che avevo lasciata aperta leggermente mentre stavo mostrando un altro libro a un cliente. - ci spiega indicando il vetro dietro al quale sono sistemati i volumi -. Erano le 11.20 circa. Il ladro deve essere stato velocissimo, grande conoscitore e... Con una manina sottile! Vede? Accanto al volume rubato ce ne sono molti altri che valgono molto, molto meno. E non li ha presi. Per fortuna siamo assicurati per lintero valore: 24 mila euro».
Non è assicurato, invece, Giuseppe Solmi, dellomonimo studio di cataloghi monografici di Ozzano Emilia (Bologna) e che, allo stand 10, è stato derubato qualche minuto dopo il collega. «Eravamo in tre: io, mia moglie Daniela (è lei che ha fatto la denuncia dei furti della mostra ai carabinieri) e la nostra aiutante, ma cera una forte affluenza e noi stavamo sistemando» ci spiega.
«Allapertura la vigilanza ha fatto depositare a tutti i visitatori borse e borsine dellingresso alla mostra. Dopo il furto abbiamo obbligato le persone a lasciar giù anche i cappotti» conclude DellUtri.
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