![I nuraghi sardi si presentano al pubblico cinese](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/06/1738853898-whatsapp-image-2025-02-06-155618.jpeg?_=1738853898)
La Sardegna “presenta” i nuraghi al pubblico cinese. Con una indagine realizzata dal colosso cinese Huawei, l’Associazione La Sardegna verso l’Unesco, ha organizzato una indagine mirata attraverso gli smartphone e le Smart-Tv del paese del Dragone. Una campagna che ha preso forma attraverso l’utilizzo della piattaforma di display programmatic “PetalAds” e la creazione di una landing page personalizzata in lingua cinese che ha fornito informazioni dettagliate sulla civiltà nuragica e sulle sue peculiarità uniche.
La pagina includeva un sondaggio attraverso cui raccogliere dati sull’interesse dei viaggiatori cinesi per la Sardegna e sulla loro disponibilità a visitare l’isola in futuro, viaggiatori che soprattutto nelle fasce di reddito più alte, sono molto interessati all’offerta culturale italiana e spesso attratti più dalle bellezze culturali architettoniche che da quelle marittime o paesaggistiche.
I numeri raccolti dal player internazionale dell’information e communications technology confermano che la Sardegna è una destinazione internazionale pressoché sconosciuta persino al cluster cinese di alto livello sociale, culturale ed economico che si era scelto come target della campagna: il 58% degli intervistati non aveva mai sentito parlare della Sardegna, mentre il 75% non aveva mai sentito nominare i nuraghi, che secondo l’80% dei responder beneficerebbero molto del riconoscimento Unesco. Per contro, e qui viene la nota davvero positiva e incoraggiante per la Sardegna, la campagna ha dimostrato che l’identificazione dell’utenza con maggiore potenziale e la presentazione dell’Isola con narrazioni efficaci e immagini accattivanti è stata in grado di suscitare notevole interesse presso gli utenti cinesi.
Nell’esperienza di Huawei, i risultati sono stati davvero straordinari: su sei milioni di esposizioni, ben 300.000 utenti hanno “cliccato” sui contenuti di approfondimento della campagna (il 5%, a fronte di medie intorno all’1% registrate da iniziative dello stesso genere). Parallelamente, il tempo di permanenza speso dagli utenti per scoprire e apprezzare l’immagine della Sardegna (dopo il primo click) è di quasi 30 secondi e cioè quasi il doppio della media di questo tipo di campagne e indagini di mercato.
In altre parole, i cinesi non conoscono la Sardegna e la sua antica civiltà ma, se adeguatamente sollecitati, dimostrano di essere molto interessati alla proposta di contenuti e alla narrazione dell’Isola. C’è insomma un grande potenziale per lavorare sulla diffusione di un brand identitario sardo che, coniugando le bellezze naturali e il fascino misterioso di civiltà millenarie, possa contribuire allo sviluppo non solo del turismo, ma di tutte le filiere dell’economia sarda. Un obiettivo per il quale il riconoscimento Unesco dei nuraghi come bene patrimonio dell’umanità sarebbe ovviamente di grande aiuto.
“Il sondaggio ha raccolto informazioni cruciali sull’interesse dei cinesi verso la Sardegna e la civiltà nuragica, offrendo spunti utili per progettare future iniziative di sviluppo sostenibile – spiega il Presidente dell’Associazione, Pierpaolo Vargiu - Il forte divario di conoscenza rappresenta oggi un limite che offre però straordinarie opportunità. L'analisi suggerisce infatti come il riconoscimento UNESCO possa rappresentare un catalizzatore per aumentare la notorietà internazionale della Sardegna e dei suoi nuraghi. Ma ancor più, appare evidente – ha concluso il Presidente de ‘La Sardegna verso l’Unesco’ - come il percorso verso il riconoscimento Unesco possa rappresentare un’occasione per coinvolgere tutti i sardi nella necessità di modificare la comunicazione di sé, proponendo un’immagine che coniughi le bellezze naturali con l’unicità identitaria della antica civiltà nuragica”.
Uno studio condotto dalla società di consulenza OC&C, e da Eumetra, società italiana leader nelle ricerche sociali e di mercato, ha calcolato che l'impatto economico derivante dalla valorizzazione, in termini turistici, del vastissimo patrimonio nuragico presente sull'isola potrebbe valere un miliardo di euro (circa 2500 euro per ogni famiglia sarda) allungando la stagione e determinando un vero e proprio salto di qualità in termini di percezione dell’Isola.
Il gap dei nuraghi rispetto ai grandi siti storici e archeologici oggi è molto ampio. Se a Pompei arrivano 3,6 milioni di visitatori l’anno, ai Trulli di Alberobello 2 milioni, ai Sassi di Matera 1,9 milioni, i Nuraghi si fermano a 400mila visitatori. Cogliere il potenziale inespresso è possibile.
Ma serve un piano di investimenti all’altezza, un programma di lungo periodo con una regia chiara e la capacità di dialogare con i nuovi mercati. Una azione ad ampio raggio di cui la “campagna cinese” potrebbe rappresentare un tassello importante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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