(...) Ma perché? Cosa giustificava queste esagerate aspettative? Assolutamente nulla. O, quanto meno, nulla di concreto. Durante la campagna elettorale Pisapia e i suoi hanno sommerso la città di enunciazioni retoriche, enfatiche, teoriche e ideologiche. Programmi zero. Fatti, numeri, dati e scadenze meno di zero. In compenso, però, tanto «dialogo», tanto «ascolto», tanta «sostenibilità», tanta «misura d'uomo» e magari anche «di bambino», tanti «diritti» e tante «tutele»... Insomma, tante chiacchiere. L'entusiasmo arancione per la vittoria di Pisapia - compreso quello, sinceramente imbarazzante, del cardinale Tettamanzi - non era provocato dalla prospettiva di realizzare un programma (che non c'era) ma semplicemente alla gioia per il «cambiamento»: per avere cioè finalmente, dopo vent'anni, sconfitto il centrodestra, con la speranza di una prossima vittoria nazionale. Oggi la Moratti, domani Berlusconi. In questo senso, sempre secondo il Corriere, Milano «si era candidata a modello e guida per il Paese». Nientedimeno! Aspettative, ripeto, esagerate e ingiustificate.
È bene che tutti ricordino che i milanesi, anche quelli di sinistra, sono gente pratica e concreta. Illusi da un miraggio politico, per un momento possono anche entusiasmarsi per delle chiacchiere, ma dura poco. Se non arrivano i fatti il miraggio svanisce e così l'entusiasmo e il consenso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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