Un’assemblea con un futuro federale

Il Senato previsto dalla Costituzione del 1948 è composto da 315 senatori eletti ai quali si devono aggiungere i senatori a vita di diritto, gli ex presidenti della Repubblica, e quelli nominati dal capo dello Stato fino a un massimo di cinque. L’assemblea di Palazzo Madama ha sostituito il Senato del Regno istituito dallo Statuto albertino nel 1848, che era composto di senatori a vita scelti dal sovrano e che fu soppresso formalmente nel novembre del 1947, e continua a svolgere la funzione di «camera di riflessione». Per eleggere i senatori si deve aver compiuto 25 anni di età e per essere eletto senatore bisogna averne compiuti 40. Secondo la Costituzione il governo deve avere la fiducia di entrambi i rami del Parlamento, e cioè che possa contare sulla maggioranza sia alla Camera sia al Senato. E il sistema di bicameralismo perfetto prevede che l’assemblea di Palazzo Madama concorra con quella di Montecitorio alla formazione delle leggi, all’indirizzo politico e alla funzione di controllo sull’attività dell’esecutivo.

Nella riforma costituzionale che nei prossimi mesi sarà sottoposta al referendum confermativo il Senato della Repubblica diventa Senato federale, è composto da rappresentanti delle Regioni e interviene nella formazione delle leggi solo nelle materie di competenza «concorrente» statale e regionale.

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