«Assurdo, non si fa più differenza tra criminali e gente per bene»

Matteo Salvini, sa che il gioielliere di Cinisello Balsamo - lo scorso 16 aprile venne aggredito con «violenza inaudita» nel suo negozio - è indagato per eccesso colposo di legittima difesa?
«Scusi, indagato? No, non ci credo. È giuridicamente impossibile. Ma se quei delinquenti l’hanno mandato all’ospedale? Dai, non scherziamo».
È l’accusa formulata dalla procura della Repubblica di Monza a a carico di Remigio Radolli...
«È una vergogna. È davvero uno scandalo. Non ci sono parole. Dobbiamo andare lì, noi leghisti, fuori dal tribunale di Monza e protestare. Questa è un’accusa che non esiste. Ma chi è il pubblico ministero?»
È la dottoressa Stefania Di Tullio.
«Be’, allora è tutto chiaro. È un’altoatesina cento per cento».
Scusi, onorevole, non capisco che c’entri un cognome del sud con la formulazione dell’accusa.
«Tranquillo, eccome se c’entra. Comunque, spero che il pm Di Tullio non debba mai soffrire come hanno invece duramente sofferto moglie e figli di Radolli. Che, detto per inciso, ha giustamente reagito a chi voleva ucciderlo per un pugno di gioielli. Incomprensibile, davvero, l’accusa della dottoressa Di Tullio che non sa distinguere tra carnefice e vittima».
Quello del pm è però, secondo i legali del gioielliere, un «atto dovuto» che si è reso «necessario in vista di ulteriori accertamenti».
«Ma quale “atto dovuto”... Credo invece che, ancora una volta, purtroppo siamo quantomeno di fronte a un pubblico ministero un po’ troppo zelante che porta un’ulteriore offesa a chi è già stato oggetto di una barbara violenza. Vorrei vedere quale sarebbe la sacrosanta reazione della dottoressa Di Tullio se costretta ad affrontare i delinquenti albanesi, slavi e romeni che, ad esempio, ogni sera scorrazzano sulle linee notturne dell’Atm milanese. Chissà se dopo vagheggerebbe di “eccesso di difesa”».
Per favore, Salvini, non le sembra di esagerare nei toni?
«Esagerare? No, esprimo quello che i milanesi pensano davanti a quest’infamia giuridica. Uè, Radolli era dentro il “suo” negozio. Lui è l’aggredito che si difende sparando quattro colpi di calibro 22, arma regolarmente detenuta. Gli altri sono i malviventi, quelli che entrano nel “suo” negozio e che vogliono rapinarlo e che, non dimentichiamolo, prima che i colpi venissero esplosi, l’avevano percosso con una “violenza inaudita”».
Insomma, un episodio di legittima difesa?
«La Lega non ha dubbi. Si può, giusto per capirci, dibattere se fosse o meno legittima difesa quella del tabaccaio di Milano, in piazzale Baracca, che un po’ di anni fa uccise un rapinatore dopo averlo rincorso fuori dal negozio. Ma nel caso del gioielliere Radolli non ci sono opzioni, discussioni: si tratta dell’ennesimo episodio di legittima difesa e basta. Posso lanciare un invito?».
Prego.


«Invito tutti i gioiellieri, tutti i tabaccai e tutti i negozianti a scendere in piazza con la Lega. Un weekend a Monza per urlare in coro al pm Di Tullio che dovrebbe vergognarsi e ritornare all’Università o, meglio, alla sua vecchia sede che è la Procura di Marsala».

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