Da agente di viaggio condannata per truffa a travel blogger: la curiosa storia

La quarantenne, legale dell'agenzia viaggi "Neverland", vendeva pacchetti vacanza che poi si rivelavano inesistenti. Condannata per truffa, adesso su Instagram è una travel blogger

Da agente di viaggio condannata per truffa a travel blogger: la curiosa storia
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Ha truffato 285 clienti, vendendo pacchetti vacanza per diverse destinazioni con cifre comprese tra i 500 e i 3000 euro l’uno. Adesso, ha patteggiato un anno e sei mesi con pena sospesa. Stiamo parlando di Laura Seppi, la legale rappresentante dell’agenzia viaggi “Neverland” di via Torino a Bolzano. La cosa più bizzarra, però, è che la quarantenne che vendeva viaggi inesistenti – non a caso “Neverland” richiama il luogo in cui è ambientata la favola di Peter Pan, la famosa “Isola che non c’è” - è finita per diventare una travel blogger e oggi conta sui social 12 mila follower.

L’isola che non c’è e i biglietti mai prenotati

L’accusa per la quale Laura Seppi aveva chiesto l’applicazione della pena, è quella di truffa aggravata e bancarotta fraudolenta. Nel lontano 2018, il suo legale parlò di “un buco finanziario insostenibile” e fu per questo che la donna si trovò costretta a dichiarare fallita l’attività. Ad ogni modo, secondo l’accusa, la quarantenne avrebbe truffato i clienti per un totale che si aggira tra i 300 e 400 mila euro, che poi avrebbe riutilizzato per spese personali. Purtroppo, la donna è riuscita ad “accalappiare” diverse centinaia di clienti che hanno affidato a lei i risparmi per le vacanze. Così, all’avvicinarsi della data di partenza, allarmati dal non avere ancora ricevuto i biglietti, si rivolgevano alle strutture e alle compagnie aeree indicate dall’agenzia della bolzanina. Poi, la triste verità: non esisteva alcuna prenotazione a loro nome. Qualcun altro, invece, riusciva persino a partire, ma una volta arrivato a destinazione, scopriva di non avere alcun volo prenotato per fare ritorno a casa. Il risultato? Pagare due volte un biglietto, uno vero e l’altro fittizio che avrebbe rimpolpato le casse della quarantenne a capo dell’agenzia.

L’apertura delle indagini e l’istanza di fallimento

Era giugno 2018 quando iniziò a circolare la voce delle difficoltà finanziare di "Neverland" e una cinquantina di persone si diedero appuntamento in segno di protesta proprio davanti alla sede dell’agenzia di via Torino. All’epoca non ci furono particolari disagi, tuttavia, la polizia preferì scortare la donna fuori dalla struttura per maggiore sicurezza. Nel frattempo, però, la Procura aveva già aperto un’indagine per insolvenza. Il conto corrente dell’agenzia venne pignorato per far fronte ad un debito considerevole maturato nel corso dell’attività e la Guardia di finanza si presentò in sede per sequestrare una serie di documenti. È a questo punto che Laura Seppi avrebbe aperto un secondo conto corrente sul quale versare i soldi incassati dei viaggi che continuava a vendere. Una situazione che durò poco ed improvvisamente precipitò, quando i legali di Seppi furono costretti a presentare l’istanza di fallimento. E così, il 25 luglio, il Tribunale di Bolzano dichiarò fallita l’agenzia "Neverland".

La condanna di Laura Seppi

L’indagine che ha visto protagonista la titolare dell’agenzia è andata avanti per diversi anni e, soltanto adesso, a seguito del deposito dell’avviso di conclusione delle indagini si può affermare – quanto meno sul fronte penale – di essere giunti a un punto di arrivo. I suoi legali, Nicola Nettis e Corrado Faes, hanno chiesto l’applicazione della pena direttamente al giudice per le indagini preliminari. Questo, come ha spiegato Nettis (e come si legge sul Corriere della Sera) “ha permesso di fissare l’udienza davanti al gip anziché in sede di udienza preliminare. In questo modo, anche la questione della costituzione delle parti civili è venuta meno. Un risultato importante, in considerazione della mole di creditori. Così come importante è stato il risultato finale, ossia la condanna a anno e sei mesi con pena sospesa. Si mette così la parola “fine” a una vicenda dai risvolti, anche mediatici, piuttosto decisi”. Dunque, per i clienti che sono stati truffati l’unica via che rimane è quella del procedimento civile con il fine di tentare il recupero del denaro.

Laura Seppi, dalla condanna a travel blogger

Oggi, Laura Seppi ha aperto una pagina Instagram, “Nata per viaggiare” che conta quasi 12 mila follower.

La donna, che oggi ha cambiato attività, si definisce una “travel blogger” e la Calabria, la Puglia, il Giappone, Zanzibar, l’India, il Marocco, le Maldive, Dubai, la Lapponia e New York sono soltanto alcune delle mete visitate, stando alle foto pubblicate sui social.

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