Che imbarazzo per Conte, Bonaccini 2 di coppe e Willy Gnonto: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il processo Open Arms, l'intervista alla Metsola e il presidenzialismo

Che imbarazzo per Conte, Bonaccini 2 di coppe e Willy Gnonto: quindi, oggi...

- In una incomprensibile intervista sul Qatargate, Roberta Metsola promette controlli, sanzioni e tutto l’armamentario con cui la politica reagisce a uno scandalo. Posto che nessuno è stato ancora condannato per nulla, una cosa sola Metsola la dice giusta: “Ciò che mi ha sorpreso di più non è stato che un paese terzo cercasse di influenzare ma che una Ong, una cosiddetta Ong che si occupa di diritti umani, sia stata utilizzata da un regime autocratico”. Ecco: questo sì che è incredibile

- Aggiunge Metsola: se incontrassi Cozzolino e Tarabella, i due deputati indagati, “direi: avete portato la tristezza dentro il Parlamento europeo”. Qualcuno ricorda a Roberta che esiste la presunzione di innocenza?

- Su Repubblica fingono di non capire sul presidenzialismo e paventano i soliti pericoli. Dicono: “Dotare il Presidente della Repubblica di una legittimità elettorale crea il forte rischio di farne un concorrente del Presidente del Consiglio e che cerchi di orientare la politica del governo”. Maddai? È proprio questo l’obiettivo: far sì che chi decide abbia la legittimità popolare per farlo. Sia che sia Capo dello Stato o capo del governo. L’importante sarà modificare anche il sistema di funzionamento dei poteri. Non sarà mica così difficile, no?

- Scrive sempre Rep: “Chi può essere sicuro, ad esempio, che gli eredi di personalità come Silvio Berlusconi o Beppe Grillo, eletti direttamente dal popolo, si accontenterebbero di un ruolo protocollare?”. A parte il razzismo politico di questa frase, vorrei far notare loro una cosetta: vi sembra forse che Napolitano e Mattarella abbiano avuto “un ruolo protocollare” nei loro mandati? Risposta: no. Ma l’hanno fatto senza legittimazione popolare. Forse, allora, è meglio mettere mano al nostro disastrato sistema istituzionale.

- Beatrice Fazi in questa sorta di Metoo italiano racconta che un giorno un attore famoso, cui lei aveva dato il numero e cui aveva concesso un appuntamento, una volta in auto “ha provato a baciarmi”. L’ha violentata? No. Ci ha solo provato. Lei lo ha respinto e la cosa è finita lì. Legami con la sua futura carriera? Nessuno, infatti guarda caso non fa nomi. Va bene denunciare gli abusi, ma senza esagerare: provarci con una donna non è mica una molestia

- Forza Italia attacca Meloni, Fratelli d’Italia si scaglia contro Fi e la Lega sta nel mezzo. Il calderone di centrodestra borbotta. Non mi sembra il momento per litigare, vista la ghiotta occasione: con questa opposizione qui si potrebbe governare anche 10 anni di fila. Basta non scannarsi a vicenda.

- I tifosi del Leeds hanno dedicato un coro a Willy Gnonto, attaccante di colore di nazionalità italiana, che suona così: “Beve Moretti, mangia spaghetti, il suo pene è enorme”. Pare che qualcuno ritenga il canto “razzista”. E non perché usa stereotipi verso gli italiani, ma perché quel riferimento alla grandezza del pene sarebbe poco rispettoso verso i neri. Ora, a casa mia è un complimento, non un’offesa. E chiunque chieda ai tifosi del Leeds di adottare una “versione più rispettosa” è solo un perbenista. Già ci hanno tolto la magia degli sfottò, ma anche questo no. Vi prego.

- Date un premio a quel genio di un tifoso milanista che ha scritto a Amazon per restituire il “pacco” ricevuto dal Club Brugge: Charles De Ketelaere. A parte gli scherzi geniali dei social, fossi nei colleghi dello sport mi sotterrerei. Nessuno di voi ricorda che, quando sbarcò a Milano e fece un paio di passaggi decenti, metà della stampa italiana lo incensò manco fosse Kakà? Anzi, scusate: qualcuno disse che somigliava proprio al campione (lui sì) brasiliano…

- Stefano Bonaccini dice che se diventerà segretario del Pd andrà a Kiev perché “serve una pace giusta”. Scustate: ma che ci va a fare il leader di un partito di opposizione a Kiev? Sulle scelte dell’Italia, oggi come oggi, il Pd conta come il due di coppe quando briscola è bastoni. Cioè una mazza. Il viaggio Bonaccini se lo può risparmiare

- "Se divento segretario al governo di torneremo, ma perché avremo vinto le elezioni e non perché veniamo chiamati, per quanto erano motivi nobili e di responsabilità”. Lo dice Bonaccini. Ci credo poco, ve lo dico: nel Pd c’è questa innata tendenza a occupare il potere anche quando non c’è supporto popolare. Ma che almeno il candidato segretario lo riconosca, è già qualcosa.

- Pare che in Fratelli d’Italia sia partito l'obbligo di far passare tutte le comunicazioni attraverso l’ufficio stampa della Camera. In effetti, sul caso rincari benzina un po’ di caos c’è stato. Serve correre ai ripari e questo ci dirà se e quanto gli eletti di FdI somigliano a quel nocciolo duro che ha contraddistinto il partito. Saranno tutti così fedeli, come spera ogni leader?

- Conte e Di Maio sentiti dal giudice nel processo a Salvini per il caso Open Arms. Tanti "non ricordo" e molte frasi per smarcarsi dall'ex collega di governo. Una manovra, devo essere sincero, che fa loro poco onore. Possibile che il premier non sapesse cosa accadeva al Viminale? E se non lo condivideva, perché non l'ha fatto notare allora? Fare scaricabarile, quando si era premier e vicepremier nello stesso governo dell'imputato, non è una bella mossa. Anzi: denota ben poca maturità politica.

La chiusura dei porti, i decreti sicurezza, la lotta alle Ong erano nel programma del governo guidato da Giuseppi e sostenuto da Luigi. Che è: in Cdm facevano "non vedo", "non sento", "non parlo"? Si finisce col provare imbarazzo per loro...

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