Basta influncer, arriva il "deinfluencing". Cos’è il nuovo trend che sconsiglia gli acquisti

L'ultimo fenomeno nato sui social racconta di un'inversione di tendenza sui consigli per gli acquisti che da positivi si stanno trasformando in negativi attraverso il deinfluencing

Basta influncer, arriva il "deinfluencing". Cos’è il nuovo trend che sconsiglia gli acquisti
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Il Pandoro gate avrà anche intaccato la credibilità di Chiara Ferragni e fatto scendere il suo potere di influenzare le masse, ma l'influencer marketing continua ad avere successo. Sono sempre di più le aziende che scelgono di affidarsi agli influencer per promuovere i loro marchi e i loro prodotti sui social network e sul web. Eppure, l'ultimo fenomeno nato sui social, in particolare TikTok e Instagram, racconta di un'inversione di tendenza sui consigli per gli acquisti che da positivi si stanno trasformando in negativi attraverso il deinfluencing.

I dati dell'influencer marketing

Secondo i dati resi noti da Statistica il settore del marketing degli influencer vale circa 21,1 miliardi di euro, il 105% in più rispetto al 2021 e più di un'azienda su due in Italia (il 56.9%) ha realizzato almeno una campagna pubblicitaria e un progetto con gli influencer nel 2024 (dati dell'Osservatorio Nazionale Influencer Marketing). Questo perché l'88% degli utenti del web continua a nutrire fiducia nei confronti dei creator digitali, che promuovono e sponsorizzano i prodotti sui social spingendo gli utenti all'acquisto. Insomma, il marketing influencer è un grande affare ma nell'ultimo anno il trend di sconsigliare prodotti, servizi e brand sta ottenendo consensi che potrebbero mettere in discussione le dinamiche dell'influencer marketing.

Cos'è il deinfluencing

Il trend del deinfluencing è iniziato la scorsa estate e in pochi mesi è diventato virale su TikTok e Instagram come una sorta di marketing al contrario. Attraverso questo hashtag, invece di sponsorizzare e promuovere prodotti e marchi, gli influencer e i creator sconsigliano servizi, prodotti e brand creando contenuti che non sono semplici recensioni negative, bensì consigli sul perché non vale la pena acquistare un determinato prodotto. La logica del deinfluencing non punta a scatenare polemiche o ad andare controcorrente, bensì mira a ristabilire un rapporto onesto e di fiducia tra l'utente e gli influencer, che non seguono necessariamente le logiche del mercato. A sfruttare questa tendenza non sono solo gli influencer di nicchia ma anche creator più famosi - come ClioMakeUp - che recensiscono con onestà prodotti che non poi non consigliano. I dati confermano che i contenuti di deinfluencing su TikTok e Instagram sono in grande ascesa con oltre 700 milioni di visualizzazioni a livello globale e la risposta degli utenti, in termini di views, spiega il fenomeno virale.

Perché il fenomeno è virale

Il deinfluencing rappresenta un cambiamento interessante nel panorama dei social media e del marketing, perché pone l'accento su un consumo più consapevole e responsabile. Gli utenti dei social media sono sempre più alla ricerca di autenticità e questo nuovo fenomeno viene percepito come più genuino, poiché non è motivato da incentivi economici diretti.

Le recensioni oneste, dove gli influencer puntano l'attenzione sui difetti di un prodotto e suggeriscono alternative più sostenibili o economiche a prodotti popolari, fanno sì che la fiducia del pubblico aumenti nei confronti degli influencer grazie alla percezione di maggiore onestà e trasparenza. In quest'ottica il deinfluencing potrebbe avere un impatto significativo sulle strategie di marketing delle aziende, ma anche mettere in crisi un settore che

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