"Maradona? Avvocato, se fosse qualcuno lo saprei"

Intervistato da Giovanni Minoli a Mixer nel 1984, Gianni Agnelli rivelò un aneddoto clamoroso: "Stavo per prendere Maradona, Boniperti mi disse che non dovevo scocciarlo"

Ansa
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"Senta, ma di calcio ne capisce più lei o Boniperti?", chiede l'intervistatore in studio, Gianni Minoli. La trasmissione è Mixer, un programma di culto iniziato nel 1980 e che si protrarrà con grande successo per diciott'anni di fila, alternando ospiti eccezionali tra cultura, politica, imprenditoria e sport. Oggi è il 1984 e nel "Faccia a faccia" c'è un interlocutore assolutamente monumentale: l'avvocato Gianni Agnelli.

Minoli lo incalza con una serie di domande che spaziano dal rapporto con la famiglia a quello con le donne, dal futuro delle giovani generazioni a quello dell'imprenditoria. Agnelli, disteso e sempre con la risposta in canna, concede una mezz'ora di risposte mai banali e anche qualche gemma destinata a rimanere impressa come un mantra: "Vede, ci sono uomini che parlano delle donne e uomini che parlano con le donne. Io delle donne preferisco non parlare". E ancora: "Come valuto le persone che mi stanno intorno? Una persona è quello che fa. La giudico da questo e poi c’è il potenziale di quello che può fare in futuro: qui c’è l’intuizione". Quindi una domanda sulla posizione ereditata: "I patrimoni si ottengono per accumulazione, speculazione o successione. Io l'ho ottenuto per successione. Poi però io ci ho messo la responsabilità che conseguiva al patrimonio. Sarei diventato ricco facendomi da solo? No, non penso".

La conversazione scivola via a ritmo sostenuto grazie all'acume sfoggiato da intervistato e intervistatore. Fino ad arrivare al fatidico pallino, il calcio. E, segnatamente, la Juventus. Agnelli, gambe accavallate e sguardo divertito, pensa dapprima di cavarsela buttando la palla in corner. Poi piazza una risposta diplomatica. "Chi se ne intende di più tra me e Boniperti? Lui ha giocato e quindi il parere di chi ha giocato vale di più". Poi però aggiunge una considerazione che serve un assist perfetto a Minoli. "Ma quando Boniperti non segue i miei consigli fa delle sciocchezze". Gli occhi del giornalista adesso si illuminano. L'occasione è troppo succosa per lasciarsela sfuggire.

"Ad esempio? Ci racconti, ci racconti". L'Avvocato non si risparmia e decide di sfoderare il più gigantesco tra gli aneddoti che conserva in repertorio. "Ne ha fatte eccome. Lo dico per confortare i presidenti di altre squadre, come Pontello e Viola, e far pensare che anche lui ne fa", prova a smorzare. Ma ormai è lanciato. Lanciatissimo. Ha quell'episodio sulla punta delle labbra e sente che è il momento giusto per svelarlo.

"Gliene dico una - si schiarisce la voce Agnelli - divertente e clamorosa. Siamo ai campionati del mondo di sei anni fa, in Argentina. Telefono a Boniperti. Senti Boniperti, mi hanno segnalato un giovane che ha delle doti eccezionali. Ti prego di farlo guardare. Lui risponde: avvocato, lei ce ne ha sempre una nuova. Io insisto: si chiama Maradona. Lui però non ci sente: questo nome che sembra una bestemmia? Non mi stia a scocciare. Io replico, ancora: Boniperti, guarda che dev'essere qualcuno. Risposta sua: se fosse qualcuno lo saprei".

Sipario. Minoli ridacchia e incassa una rivelazione sublime che, a distanza di quarant'anni, continua a girare in loop sugli schermi degli italiani, alloggiando adesso dentro agli smartphone. Agnelli sorride anche lui, ben conscio della stoccata che ha appena rifilato: va bene aver giocato a calcio, ma lui ne capisce, forse anche più di Boniperti.

Diego Armando Maradona in bianconero rimarrà

uno di quei sogni destinati a non realizzarsi mai. Nel suo destino ci saranno ancora l'Argentinos Juniors, il Boca, il Barcellona e poi l'Italia, certo, ma con la maglia del Napoli. Se solo Boniperti lo avesse ascoltato.

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