L'Europa sta ingaggiando battaglia con un nemico davvero insidioso che ormai da troppo tempo sta flagellando l'intero continente: il vertiginoso aumento dei prezzi dei beni alimentari, anche quelli di prima necessità.
La congiuntura economica e politica globale degli ultimi tempi di certo non è delle più favorevoli. Ci siamo appena lasciati alle spalle una lunga e micidiale pandemia di Covid che ha devastato le vite e le economie di interi Stati.
Non c'è stato nemmeno il tempo di riprendere il fiato che un'altra gravissima crisi come il conflitto russo-ucraino ha immediatamente prodotto i suoi effetti nefasti, non solo in termini di perdite di vite umane. L' interruzione delle catene di approvvigionamento facenti capo al "granaio Ucraina" ha determinato una brusca impennata dei costi di moltissime filiere agroalimentari. Non solo. Complici i prezzi del greggio in salita e di strategiche materie prime come lo zucchero, nonché tassi di interesse elevati, si sono verificati tutti gli elementi necessari per scatenare una vera tempesta perfetta dell'inflazione.
Tutti i governi europei si sono messi al lavoro nel tentativo di limitare i danni causati dal caro vita e di invertire la tendenza. In alcuni casi la questione è stata affrontata in maniera semplicistica e superficiale, come in Francia, dove il ministro macroniano Olivia Grégoire non è riuscito a proporre di meglio che di istituire corsi di cucina nelle scuole, per insegnare ai giovani come cucinare a casa partendo dalle più convenienti materie prime, evitando l'acquisto di costosi cibi e pietanze già pronti. Proposta che per carità ha sicuramente aspetti interessanti ma che è decisamente insufficiente per affrontare la situazione.
Nel Regno Unito, invece, con un approccio tutto britannico, si sta facendo in modo di favorire un'accesa concorrenza tra i supermercati. Ciò ha cominciato a portare una prima per quanto timida diminuzione del tasso d'inflazione. Non si sa ancora se questo sarà l'inizio di un vero e proprio calo strutturale. Di certo è una situazione dinamica in continuo sviluppo da seguire con interesse.
Mentre in Italia si sta sperimentando proprio in questi giorni un'iniziativa per arginare l'innalzamento dei prezzi che trova il suo fondamento nella coesione nazionale e dei vari comparti produttivi e commerciali. Il governo si è fatto promotore dell'introduzione del cosiddetto "carrello tricolore" ovvero di un patto con molti esponenti della grande distribuzione affinché si impegnino nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 31 dicembre a garantire un'offerta di beni essenziali come pasta, farina ma anche pannolini e latte in polvere a prezzi bloccati, calmierati o scontati fino al 10%.
I prodotti "tricolore" saranno contrassegnati da un apposito cartellino nei vari reparti. Al momento la stragrande maggioranza degli articoli in oggetto appartiene ai marchi delle stesse catene di supermercati. Un' iniziativa importante dal grande potenziale e dal grande valore economico e simbolico.
È necessario però che tutti facciano la loro parte e sarebbe auspicabile un'adesione all'iniziativa non solo da parte della Gdo ma anche dei grandi produttori alimentari. Ricordando le teorie sull'equilibrio del grande Premio Nobel Nash, perché il sistema funzioni come si deve è necessario che tutti collaborino e così tutti ne potranno trarre beneficio.
È ancora troppo presto per analizzare gli
effetti concreti che il Carrello Tricolore potrà portare e gli eventuali benefici per le tasche dei consumatori. Ci vorrà unione e collaborazione.Quando gli italiani sono uniti sono in grado di affrontare qualsiasi sfida.
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