"Profondo cordoglio", "Ipocriti". Bufera sulla Sapienza che cacciò Ratzinger

Polemiche sui social per il post di cordoglio con cui La Sapienza ha ricordato Benedetto XVI. Nel 2008 alcuni professori dell'ateneo impedirono infatti al Papa di inaugurare l'anno accademico

"Profondo cordoglio", "Ipocriti". Bufera sulla Sapienza che cacciò Ratzinger

Non tutti, per fortuna, hanno la memoria corta. Le proteste che impedirono a Benedetto XVI di entrare alla Sapienza nel 2008 ancora oggi sono una ferita aperta, un'onta difficile da cancellare. Le ostilità che alcuni professori e studenti progressisti riversarono contro l'allora Pontefice hanno infatti segnato una profonda spaccatura, mai del tutto sanata. Così, il cordoglio espresso nei giorni scorsi dall'ateneo romano per la scomparsa di Joseph Ratzinger ha scatenato una vera e propria bufera. Sui social, in particolare, in molti hanno rinfacciato all'Università di aver chiuso le porte in faccia al grande teologo tedesco, per di più in un luogo destinato alla cultura e al confronto delle idee.

Il cordoglio della Sapienza

A suscitare reazioni indignate è stato nello specifico un post firmato dall'attuale rettore Antonella Polimeni e rilanciato dallo stesso ateneo. "Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa del Papa Emerito Benedetto XVI. Joseph Aloisius Ratzinger è stato un uomo di fede e di scienza, uno studioso che ha guidato la Chiesa con saggezza", ha scritto la dottoressa romana oggi alla guida dell'Università. Ma in tanti hanno contestato quelle sue parole, riferendosi proprio all'incidente avvenuto alla Sapienza quindici anni prima. Era il gennaio 2008 e, su richiesta del rettore dell'epoca, Renato Guarini, Ratzinger fu invitato a intervenire all'inaugurazione dell'anno accademico. La scelta però fu aspramente criticata da 67 docenti dell'ateneo e il clima ostile portò la Santa Sede a declinare l'invito.

Le polemiche per il post su Ratzinger

L'accaduto suscitò forti polemiche nel mondo politico, giornalistico e universitario. Comprensibilmente, apparve sin da subito inaudito che un Pontefice - peraltro finissimo intellettuale - non potesse esprimersi per le barricate di una chiassosa e ideologizzata frangia di critici. E ancora oggi l'episodio è fonte di polemiche e di recriminazioni. "Ipocriti. Fingete di commemorarlo da morto ma da vivo non lo facevate neanche parlare. Questo è il vostro livello, d'altronde", ha scritto ad esempio un utente nei commenti al post di cordoglio dell'Università. In tanti hanno protestato con argomentazioni analoghe, manifestando fastidio per quell'elogio post mortem segnato indirettamente dagli attriti del passato.

"Macchia indelebile, cordoglio ipocrita"

"Mi attendevo un più dignitoso silenzio, come contrappeso all'altrettanto silenzio subito da un gigante del pensiero", ha osservato un altro utente, Piero, riferendosi proprio all'impossibilità di Ratzinger di pronunciare la propria allocuzione. "Il fatto di non avere permesso a Papa Benedetto XVI di tenere la sua lectio magistralis rimarrà una macchia indelebile per l'università di Roma", ha rimarcato Marie, mentre altri hanno parlato di vera e propria "onta" destinata a rimanere "per sempre". "Almeno risparmiateci il cordoglio ipocrita, sono atea ma sentirvi mi fa venire la nausea", ha sentenziato Maria Grazia.

La frecciata al nobel Parisi

"L'università ha rifiutato il suo intervento defenestrandolo, con ragioni non certo culturali, dato che è indubbio il livello elevatissimo di ricercatore e studioso di Ratzinger. Cattivissimo gusto davvero", ha ricordato qualcun altro. E c'è anche chi, come Daniela, in tono polemico ha fatto allusioni al professor Giorgio Parisi, tra i sottoscrittorri della lettera anti-Ratzinger inviata al rettore dell'epoca.

"Si poteva, ad esempio, chiedere scusa per l'oscurantismo di taluni professori (qualcuno poi pure 'insignito' di Nobel) che fecero i diavoli a quattro per dimostrare di non aver capito nulla del nome che porta questa università", si legge ancora nei commenti.

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