Schlein allarme batosta, il capezzolo (green) di Kim e Hamas: quindi, oggi…

Quindi, oggi...: la confessione del portavoce dei jihadisti, i rischi per Israele e Re Carlo

Schlein allarme batosta, il capezzolo (green) di Kim e Hamas: quindi, oggi…

- Secondo l'introduzione alla legge di Bilancio 2024, le entrate previste per le casse dello Stato saranno di 687,6 miliardi; le uscite, invece, di circa 886,5 miliardi. Tradotto: diversi miliardi di rosso, buco che si aggraverà nei prossimi due anni. Vorrei solo far notare che una famiglia che incassa mille e spende duemila prima o poi va gambe all’aria.

- Re Carlo è andato in Kenya, ha chiesto scusa per le violenze dei colonizzatori britannici e si è portato dietro “l’amato ombrello napoletano”. Direte: e che ce ne frega? Nulla, ma mi pareva simpatico dirvelo.

- Sapete che a questa rubrica il tifo sfegatato nelle guerre non è mai piaciuto. Né da una parte né dall’altra, sia nel caso dell’Ucraina che per Israele. Però quando sento Luigi De Magistris dire che Hamas ha esercitato “il diritto di difendersi” di fronte al genocidio messo in campo dagli israeliani, mi viene da sorridere (o da piangere). Mi spiego: se giustifichiamo la mattanza di Hamas col ritornello della “resistenza” e del diritto alla difesa, allo stesso modo dovremmo giustificare ogni operazioni militare che - dopo il 7 ottobre - Israele metterà in campo per “vendicarsi” di quanto successo. E se considerate “resistenza” chi sgozza civili inermi e prende ostaggi innocenti, dovete spiegarmi perché poi vi strappate le vesti se una bomba cade su un ospedale. Se applicassimo il vostro principio del “dovere di reagire” al torto subito, Tel Aviv avrebbe il diritto di spianare Gaza senza ritegno. No?

- Dieci giorni di marea alta a Venezia. Il Mose funziona, lascia la città praticamente asciutta e fa risparmiare milioni di euro. Qualcuno chiderà scusa per le campagne denigratorie del passato? No. La verità è che hanno fatto la guerra ad un’opera pubblica utile, con tutti i limiti che poteva e può avere, e quando scoprono che funziona cercano di buttarla in caciara. Vedrete: succederà lo stesso col Ponte di Messina.

- La risposta di Israele all’attacco di Hamas è logica, lo dice la ragione: se mi entrano in casa e mi stuprano la moglie, come minimo chiedo alla polizia che catturi il malvivente e lo metta in carcere. Cioè che lo renda innocuo. Più o meno è quello che sta facendo Tel Aviv. Il problema, in questo caso, è che con le bombe si rischia non solo di uccidere i miliziani e qualche civile, ma anche di provocare odio e risentimento che domani torneranno a ribollire allo stesso modo di adesso. Quindi sì, la guerra sarà anche "necessaria”, come dice qualcuno, ma occorre farla con raziocinio. Oppure il pericolo è che presto, magari tra una decina di anni, saremo di nuovo punto e daccapo.

- Oggi Hamas, tramite uno dei suoi portavoce, ha accusato anche l’Italia di essere “dalla parte di Israele”. O meglio di essere uno degli Stati "partner" nei bombardamenti di Gaza. Per quanto si tratti di accuse false, come ha fatto giustamente notare il ministro Tajani, dovrebbero però in parte preoccuparci. Perché fino ad oggi il Belpaese è sempre stato esente da attentati terroristici seri sia grazie alla sua intelligence sia grazie ad una posizione internazionale per così dire ambigua. Essere additati da Hamas come “nemici” potrebbe risvegliare qualche pazzo lupo solitario desideroso di immolarsi per Allah. Speriamo di no.

- Milano si allaga come Roma, né più né meno. Il che non fa un grande spot alla città meneghina. Quando Virginia Raggi governava la Capitale la stampa era solita crocifiggerla per ogni centimetro di pioggia caduta dal cielo, mi aspetto che domani i “cani da guardia del potere” facciano lo stesso col democratico Beppe da Milan.

- Tra sette giorni saremo già a un mese di guerra in Medio Oriente. Troppo, se considerate che nella storia si celebra la “Guerra dei sei giorni”. Ogni minuto che passa aumenta il rischio che l’Idf commenta un errore imperdonabile. Le bombe sul campo profughi, con decine di morti civili, va in questa direzione: sull’ospedale di Gaza è stata svelata la bufala di Hamas, ma a forza di colpire e combattere è normale che ci finiscano di mezzo pure gli innocenti. Piccolo problema: Tel Aviv non può permettersi tragedie o perderà il già traballante appoggio internazionale.

- Kim Kardashian, e vi giuro che non sto scherzando, ha lanciato un nuovo prodotto per il suo brand di abbigliamento: un reggiseno con capezzoli integrati e in linea con le filastrocche green. “Non importa quanto faccia caldo, sembrerà sempre tu abbia freddo”. In pratica le signore che lo indosseranno avranno sempre quel turgido capezzolo tipico delle giornate fredde. Sin qui, nulla di strano: è il mercato, bellezza. Però poi Kim ha sfornato una pubblicità che denuncia il cambiamento climatico e promette di devolvere il 10% degli introiti ad una qualche associazione contro il cambiamento climatico. Dal Greta Thunberg al capezzolo di Kim il passo è breve.

- In una intervista televisiva, uno dei portavoce di Hamas - alla domanda “perché non proteggete i civili palestinesi nei tunnel- risponde candidamente che quelle gallerie sono per i militari, non per i civili. Cioè devono proteggere la gente in arme e non i disperati. Alla sicurezza della popolazione di Gaza, cito testuale, "devono pensare le Nazioni Unite e anche Israele”. Adesso vi è chiaro che ad Hamas del benessere degli abitanti della Striscia non importa un fico secco?

- I sondaggi dicono che FdI sta sempre al 29%, il Pd intorno al 20% e il M5S poco sopra il 16%. Cosa vuol dire? Che Elly Schlein deve iniziare a preoccuparsi perché non riesce a schiodarsi da quel misero dato poco sopra il flop di Letta. Ormai non è la segretaria dem di primo pelo, il tempo passa e le elezioni europee si avvicinano.

Se non trova una chiave di lettura alla realtà, che non sia l’armocromista o la circolarità della linearità, rischia di prendere una di quelle batoste che si ricorderà per tutta la vita. E si sa, dalle parti del Pd appena uno inciama, gli altri si azzuffano per dargli il colpo di grazia. Occhio.

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