Austerità e buio Natale: luminarie spente per tagli

Luci e addobbi decurtati in media del 20 per cento. E qualche città si arrangia con sponsor e fai da te. A Bologna Capodanno "povero": senza big e col budget all'osso

Austerità e buio Natale:  luminarie spente per tagli

Milano - ha chiamato a raccolta gli sponsor, Roma ha preferito spegnere intere zone della città. E poi c’è Modica, dove le luminarie ci sono solo grazie alla buona volontà dei cittadini, e Palermo, dove a luccicare sono solo le strade del centro. È buio, questo Natale 2011. Un po’ ovunque lungo lo Stivale. Per contrastare la crisi, e in nome della tanto decantata austerità, i sindaci hanno deciso di dare un taglio netto alla voce «addobbi». E non importa se cittadini e turisti dovranno rinunciare a un po’ dell’allegria e della magia che, per definizione, dovrebbero caratterizzare questi giorni di festa.
La capitale dell’austerithy in versione natalizia è, manco a dirlo, proprio Roma. Che sale di diritto sul primo gradino del podio delle città più buie d’Italia. C’è l’abete alto 18 metri in piazza Venezia. E poi gli alberi di Natale al Colosseo e in piazza del Campidoglio. Infine, le luci tricolori - per ricordare i 150 anni dell’unità d’Italia - lungo via del Corso, e le stelle accese in alcune vie del centro. Ma rispetto agli anni passati, la città è decisamente spenta. Anzi, è la più spenta di tutto il Paese, secondo i dati resi noti da Telefono Blu che, in tutta Italia, parlano di un taglio degli addobbi di circa il 20 per cento.
La scure non ha risparmiato neanche Milano, dove l’amministrazione comunale ha fatto appello agli sponsor per accendere le piazze e le vie della città. Ed è solo grazie all’iniziativa dei privati e delle associazioni dei commercianti che, anche quest’anno, in piazza Duomo è tornato il tradizionale super abete. Mentre il festival delle luci Led, che negli ultimi due anni ha emozionato migliaia di persone con le sue luminarie d'autore, è stato cancellato.
Poco più a Sud, la mappa dei tagli ci porta a Bologna, dove l’amministrazione non si è limitata a tagliare drasticamente le luminarie, ma ha deciso anche di optare per il Capodanno low-cost. Contrariamente agli anni passati non ci saranno le stelle in piazza - «ci sarebbero costate 400mila euro», ammette il vicesindaco Silvia Giannini -, ma il programma si limiterà al rogo del Vecchione e a un concerto gospel. Il che comporterà una spesa «molto più bassa rispetto al 2010».
Poi c’è Torino, dove l’atmosfera natalizia è in parte salva, ma solo grazie al ritorno, per il quattordicesimo anno consecutivo, della rassegna «Luci d’artista», con le sue installazioni che sono ormai diventate un punto di riferimento per l’arte contemporanea. Perché anche qui il sindaco Piero Fassino ha deciso di tagliare nettamente il contributo comunale per gli addobbi. E Lucca. Qui i negozianti sono talmente preoccupati di non riuscire a fare affari da aver deciso di dire no alle luminarie. E così molte vie del centro storico della città toscana sono rimaste completamente al buio.
Un po’ come a Napoli, dove per tradizione agli addobbi natalizi pensano le associazioni di commercianti, che pagano di tasca propria le luminarie. E che quest’anno, vista la crisi, hanno deciso di ridimensionare l’investimento.


La stessa aria dimessa si respira per le vie di Palermo, dove a risplendere - molto meno del solito - sono esclusivamente le vie principali del centro. E a Modica, dove il Natale è stato salvato dalla buona volontà dei cittadini e dei bambini delle scuole. Che le luminarie le hanno fatte con le proprie mani.

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