La data da segnare con il cerchietto rosso è l'8 gennaio del 1959, quando l'allora trentatreenne Fidel Castro liberava Cuba dalla dittatura di Fulgencio Batista. Da quel giorno la storia dell'isola cambiò drasticamente, finendo nelle mani di Fidel, rivoluzionario d'acciaio e con il pallino per le automobili. Il lider maximo, che ha regnato incontrastato fino al 2016 (dal 2008 insieme al reggente Raul Castro), anno della sua dipartita, oltre ad aver lasciato un'impronta politica chiara non ha mai nascosto la sua passione per le quattro ruote, presenti fin dal primo momento della sua ascesa internazionale. Quando giunse da liberatore all'Havana, si fece immortalare in piedi su una Jeep, veicolo simbolo della sua rivincita che da una tracciato non battuto, sterrato e impervio, lo ha portato verso un sentiero lastricato, diventando Presidente della Repubblica Cubana. Nonostante la sua matrice comunista, il numero uno di Cuba ebbe una particolare predilezione per le vetture di Stoccarda, in particolare le Mercedes-Benz.
L'embargo degli Stati Uniti
Affermata la sua leadership come pilastro della rivoluzione, in tempi di Guerra Fredda, Castro scelse di avvicinarsi all'Unione Sovietica e di opporsi a una nazione capitalistica come gli Stati Uniti d'America. Le tensione tra Cuba e i vicini americani si intensificò notevolmente, a tal punto che nel 1960 venne varato l'embargo commerciale. Il destinatario di questa misura restrittiva fu il regime del Lider Maxim. Questa restrizione (ancora vigente) e la contro riposta di Castro nel vietare l'importazione di vetture yankee nel Paese hanno reso - nel corso dei decenni - le strade di Cuba un vero e proprio museo a cielo aperto. In ogni angolo è stato possibile ammirare vecchie auto americane costruite entro il 1959.
Cadillac Eldorado, Chevrolet Bel Air, Lincoln Continental, sono divenute parte integrante del panorama cubano. Un paradiso terrestre per tutti gli adoratori delle mastodontiche e voluminose quattro ruote americane anni cinquanta. Anche se, tutte queste, furono rimaneggiate con pezzi di ricambio provenienti da altre vetture, per lo più di derivazione "sovietica", dando vita a ibridi unici al mondo. Lo stesso Fidel Castro scelse una Oldsmobile Rocket 98 del 1958 come auto di rappresentanza, dopo averla confiscata sulla spiaggia di Miramar da un lotto di vetture statunitensi come bottino della rivoluzione. Quella fu l'ultima "auto blu" americana, prima delle tante Mercedes-Benz che arricchirono il parco auto governativo.
Le Mercedes di Castro
La prima della lista è un esemplare speciale: una Mercedes-Benz 300D "Adenauer" del 1958. Il dittatore cubano Fulgencio Batista la ordinò nuova dalla Germania, ed è a bordo di questa che lui e la sua famiglia furono trasportati a tutta velocità all'aeroporto nel gennaio 1959, per la grande fuga antecedente all'entrata all'Havana di Castro. Il Lider Maximo, poi, confiscò l'auto per sé e la utilizzò fino al 1965. Dopodiché la prestigiosa ammiraglia fu trasferita all'ambasciata cubana in Canada, dove è rimasta in servizio fino al 1970.
Successivamente, Fidel è stato visto - più volte - guidare per le strade della capitale cubana una 560 SEL (W126) di seconda generazione. Questa versione, prodotta a partire dal 1985, veniva equipaggiata con un motore V8 di 5.547 cc e 272 CV di potenza. Le dotazioni erano di prim'ordine: sospensioni pneumatiche autolivellanti sull'asse anteriore, regolazione elettrica e riscaldamento dei sedili posteriori, oltre a pelle a profusione. Non proprio un vezzo tipico dell'oculatezza comunista.
Anche la Classe S è stata negli anni Novanta la sua vettura di rappresentanza, mentre negli ultimi periodi della sua vita ha viaggiato a bordo del Classe V, il van della Stella, dotato di carrozzeria rinforzata e anti proiettile. Quindi, nonostante la vicinanza politica con la DDR, per le questioni automobilistiche le simpatie di Fidel furono esclusivamente per i cugini dell'ovest, quelli della Repubblica Federale Tedesca.
Le Alfa Romeo di Cuba
Curiosa la storia che riguarda un lotto di Alfa Romeo, targato 1970. Dagli stabilimenti di Arese presero il volo verso il "paradiso comunista" ben cinquanta vetture del Biscione.
Un'anomalia nel sistema, ma d'altronde le vetture italiane avevano un fascino diverso rispetto alle varie Lada e Volga, che gradualmente colonizzarono le strade di Cuba. Non a caso, lo stesso Fidel Castro è stato immortalato sul cofano di un'Alfa 1750, a dimostrazione che l'embargo valeva solo per alcuni, in particolare gli americani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.