Lungimiranza e coerenza sono i due concetti che rimarca con orgoglio. La determinazione la vedi subito negli occhi e la senti nelle parole usate per sciorinare numeri, traguardi raggiunti e soprattutto obiettivi futuri. Fabrizio Longo, classe 1963, una laurea in Scienze politiche alla Luiss di Roma e decenni di esperienza nel settore automotive, ha una certezza, ormai da tanto tempo: il futuro è elettrico. Di sicuro per Audi, di cui è direttore della divisione Italia.
Lei nel tracciare i successi della casa dei quattro anelli ha parlato di valore residuo, leadership e coerenza. Sono questi i fattori che stanno decretando il successo di Audi?
"Sono alcune delle variabili della nostra equazione di brand, che altro non è che la somma di alcuni comportamenti e decisioni prese molti anni fa. Non crediamo in anni sfortunati e fortunati. Quando tracciamo una linea d’azione si può chiaramente verificare se il brand è riuscito a creare valore in maniera strutturale. Siamo riusciti, in anni molto difficili a conseguire risultati di rilievo mettendo in discussione modelli di business non più attuali per gestire il nuovo scenario. Siamo stati reattivi, e questo ci ha consentito di conseguire risultati di quota record da quando Audi esiste in Italia, di mantenere stabile il nostro posizionamento come quinto mercato al mondo e, infine, di crescere nell'immagine di marca. Quello italiano è stato il mercato che, nella galassia Audi, ha raggiunto il miglior risultato a livello mondialeproprio in termini di immagine. Significa che gli ingredienti che lei ha citato assieme alla flessibilità nei confronti delle esigenze del cliente hanno saputo valorizzare la nostramodalità di intercettare il mercato".
Una strada tracciata all'insegna di emissioni zero, sostenibilità e circular economy. Quanto sono importanti e quanto è difficile far capire il loro valore?
"È un valore fondamentale. Lo definisco la prova della coerenza. In questo momento in cui c'è un rumore di fondo elevatissimo nel definirsi sostenibili, noi siamo in una fasedove stiamo già contando e misurando i benefici delle scelte e degli investimenti che abbiamo fatto anni fa. L'economia circolare oggi rappresenta quella reiscrizione dei processi industriali che è alla base della filosofia con la quale portiamo i nostri prodotti sul mercato. Fin dal primo modello elettricouscito da stabilimenti che erano già carbon neutral nel 2018. La promessa in quel momento era di decarbonizzare tutti gli stabilimenti. Ebbene, oggi tutta la gamma elettrica commercializzata in Europa viene prodotta da stabilimenti carbon neutral e da qui al 2025 avremo completato la missione estendendo la carbon neutrality a tutti gli impianti produttivi. Nel frattempo stiamo riscrivendo i nostri processi produttivi e ingegneristici "ab initio". Vale a dire che, fin dal momento originario, i prodotti vengono concepiti in maniera tale da immaginarne già l'utilizzo in termini di ricircolo e smaltimento (design for circularity ndr). L’impatto virtuoso che un tale approccio genera su tutta la supply chain è elevatissimo".
Ci faccia qualche esempio.
"Penso al ciclo chiuso dell'alluminio, dove abbiamo risparmi quasi del 95% attraverso l'uso di materiali secondari, al ciclo chiuso della plastica, del vetro, dell’acqua, dell’acciaio per arrivare al riciclo delle batterie ovvero della componente più impattante in termini di utilizzo delle risorse. Abbiamo realizzato ad esempio un processo per impiegarle come accumulatori dopo che la loro capacità non ne consente più l’utilizzo automobilistico, prima di essere smontate per essere riciclate. Se entriamo in questa scelta di campo, interpretando i processi industriali con un modus circolare, si iniziano a consolidare risultati che, in termini di risparmi di CO2, sono impressionanti. E che, di anno in anno, diventano sempre più rilevanti".
Siamo nella settimana del design a Milano. Quanto è importante il design, in un momento in cui molti dicono che è difficile realizzare auto particolari con l'elettrificazione?
"È stata un'occasione meravigliosa per smentirli. Abbiamo celebrato 10 anni di percorso insieme al Fuorisalone, che per noi è sempre stato un serbatoio di ispirazioni e una piattaforma dove comunicare coerentemente temi assolutamente in linea con la nostra vocazione: il design, l'innovazione tecnologica e la consapevolezza ambientale. Per quanto riguarda la visione “antagonista” tra tecnologia ed estetica, devo dire che siamo la prova vivente della sconfessione di un simile dubbio. Penso a vetture come l’Audi E-Tron Gt, modelli che oggi stanno conquistando per estetica e che stanno cambiando i paradigmi stilistici. Stiamo a mio avviso aggiungendo dimensioni che il settore automotive non aveva mai sperimentato prima d’ora in termini di potenziale estetico e funzionale. Questo vale per gliesterni ma soprattutto per gli interni. Credo che la frontiera emozionale sarà ancora più foriera di soddisfazioni non solo estetiche ma dinamiche. E’ un nuovo paradigma di mobilità che consentirà sempre più di sintetizzare piacere di guida, sostenibilità e autogratificazione".
Cosa risponde Fabrizio Longo a chi dice di non credere all'elettrico?
"L’elettrico applicato alla mobilità è una tecnologia che, appena fuori dall'Italia - e nemmeno di troppi chilometri - è già diventata realtà. Vuol dire che questo è possibile. Serve un approccio sistemico, dove tutti, anche le case automobilistiche, devono fare la propria parte. In Audi stiamo investendo 28 miliardi nel prossimo quadriennio, con 20 modelli nuovi, 10 solo elettrici. E dal 2033, in anticipo rispetto alle scadenze fissate dalla commissione Ue,introdurremo nuovi modelli esclusivamente elettrici. Maconvinzione e determinazione devono integrarsi agli aspetti sistemici. Mi riferisco a quello infrastrutturale e a quello conoscitivo. Sul primo, non siamo rimasti ad attendere che qualcuno lo sviluppasse ma lo stiamo guidando con determinazione attraverso joint venture e partnership quali Ewiva (joint venture tra Volkswagen Group ed Enel X ndr), Ionity fino ad includere le nostre concessionarie nel servizio di ricarica pubblica. L'altro riguarda una componente legata all'informazione e all'aspetto esperienziale. E qui l’appello è a non creare fantasmi. L’orizzonte temporale per la conversione della tecnologia termica in quella elettrica è stato fissato a livello comunitario. Dunque il momento arriverà. Ma solo se riusciremo a recepirla in anticipo potremo trasformare quello che ad alcuni sembra una minaccia in una reale opportunità".
C'è chi è preoccupato per i posti di lavoro...
"Sul dibattito elettrico c'è un tema innegabile: come mantenere, come non perdere il capitale che abbiamo creato in termini di esperienza. Parliamo anche qui del principio di gestione del cambiamento: la trasformazione va guidata.Questa, come tutte le trasformazioni sociali basate su salti tecnologici richiede importanti investimenti in formazione a cui aggiungerei un poco di immaginazione. Chi dice che l'elettrico farà perdere posti di lavoro, non ha chiaro la portata del reale impatto sociale: parliamo della creazione di nuovefiliere. Abbiamo davanti ai nostri occhi un potenziale incredibile legato allo sviluppo e produzione delle batterie, dell’industria del riciclo e di quella digitale".
C'è l'idea di cambiare anche i servizi annessi alla mobilità?
"Sì, credo che sia un adeguamento necessario in funzione dello shift tra modalità di acquisto e quella di possesso. Penso soprattutto alle nuove generazioni. Già oggi siamo in grado di offrire modalità estremamente flessibili di noleggio. Molti clienti privati si stanno avvicinando al noleggio con una rapidità sorprendente, e in Italia non era mai successo. E’ un fenomeno che in Audi interpretiamo con una percentuale più elevata rispetto alla media di mercato. Anche l’aspetto legato alla modalità di fruizione delle funzioni va in questa direzione: siamo stati tra i primi a introdurre i cosiddetti functions on demand (funzioni a richiesta ndr), optional‘dormienti’ nell’auto che i clienti non hanno acquistato, ma che possono attivare in un secondo momento, semplicemente affittandoli per la durata desiderata. Applicando di fatto lo stesso approccio che troviamo nella fruizione cinematografica e nella telefonia mobile.
È un modo per rendere sempre piùaccessibile l’utilizzo dei contenuti di infotainment e dei sistemi di tecnologia predittiva. Un modo non solo per entrare in contatto con le generazioni future ma di assicurarne la sicurezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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