Il suo scopo è quello di portarti a casa sempre e comunque, dove ti aspettano l'amata Penelope e il fedele Argo. Non importa quale odissea dovrai affrontare sulle strade, quali condizioni climatiche e quali peripezie, il voluminoso monovolume ha come unico obiettivo quello di rifarti congiungere con i propri cari, molto prima dei vent'anni di attesa. La Fiat Ulysse naviga sulle strade di tutto il mondo in modo migliore di quanto non abbia fatto nel Mar Mediterraneo l'eroe omerico, capo degli achei, che ha atteso due decadi prima di tornare a casa, a Itaca. In fondo, tra i due, c'è una lettera che fa la differenza. Naturalmente questa è una premessa scherzosa, ma l'Ulysse ha saputo interpretare il proprio segmento in modo personale, contribuendo a far abbracciare le strade degli italiani e dei francesi ben prima di Stellantis, grazie a una joint-venture che ha - ormai - un sapore nostalgico
Fiat Ulysse e le sue sorelle
Negli anni Ottanta, grazie alla Renault Espace, si affaccia sul mercato dell'automobile un concetto nuovo di veicolo: il monovolume. Questi modelli si caratterizzano per spaziosità longitudinale e verticale dell'abitacolo fuori dal comune, mentre le linee esterne diventano semplici e levigate, quasi tondeggianti. Nella decade successiva, i monovolume iniziano a spopolare e a divenire la prima scelta dei buoni padri di famiglia, costantemente alla ricerca di macchine che possano ospitare pargoli e passeggini senza troppa fatica. Un po' come accade odiernamente con la moda dei SUV. Dunque, tanti costruttori iniziano a gettarsi in questa avventura, cimentandosi nella costituzione di monovolume inediti. Unendo le proprie forze si spera di avere maggior successo ed è sotto quest'ottica che nasce la joint-venture tra il Gruppo Fiat e il Gruppo PSA, che si pone l'obiettivo di creare quattro monovolume per una quaterna di marchi differenti: Fiat Ulysse, Lancia Z, Citroen Evasion e Peugeot 806. Il monovolume di Fiat trova residenza a Valenciennes, nell'Alta Francia, infatti è proprio qui che viene assemblato insieme alle "colleghe". Praticamente un gianduiotto con la mostarda.
Uno stile che si distingue
L'Ulysse cerca di distinguersi stilisticamente dalle altre vetture con cui condivide il pianale, sfoggiando un frontale che strizza l'occhio allo Scudo, il veicolo commerciale di Fiat, mentre nella coda si notano dei gruppi ottici dal taglio squadrato e dal sapore quasi retrò, un po' fuori dagli schemi del periodo. L'Ulysse sbarca sul mercato nel 1994, un anno di grandi cambiamenti e ottiene rapidamente uno scroscio di consensi e, soprattutto, di ordini. L'alleanza italofrancese sembra funzionare, con buona soddisfazione da ambo le parti. Al lancio il monovolume di Fiat viene proposto con tre motorizzazioni a benzina (1.800 e 2000 cc) e tre turbodiesel JTD (1.900, 2.000 e 2.100 cc). Con quest'ultime si riescono a macinare chilometri e chilometri in grande scioltezza, restando comunque in regimi di consumo bassi. Cambio automatico o manuale a cinque marce non fa differenza.
Nel 1998 la prima generazione compie il primo restyling di metà carriera, che produce un ammodernamento dolce ma che serve a rendere più attuale e fresco il look dell'Ulysse, che diventa così un monovolume a prova di nuovo millennio. Alle porte del terzo millennio lo aspetta un cambio della guardia con una nuova generazione, che nasce sempre in alleanza coi transalpini di PSA.
La seconda generazione
Nel 2002 la Fiat presenta la seconda "gen" dell'Ulysse, che diventa più lunga, spaziosa e voluminosa. Migliora anche la base meccanica, adesso non più in comune con il reparto commerciale. Le differenze si notano, anche a livello stilistico, dove arriva una fanaleria verticale posteriore ispirata alla Fiat Punto, tremendamente in voga in Italia e all'estero. La monovolume si dimostra versatile e sempre più votata alla famiglia numerosa, tanto che può ospitare da 6 a 8 persone, con immenso comfort. Gli interni diventano più ricchi, ben curati e rifiniti. Ci si può immergere nella selleria in pelle e farsi guidare da un navigatore satellitare, che sa sempre ritrovare la strada di casa. Anche le motorizzazioni diventano più complete, ricche ed efficienti. Nel 2010 suona la campanella, l'ultima ora di lezione è finita e Ulysse può tornare a Itaca.
Una pensione meritata dopo aver viaggiato sulla cresta dell'onda per sedici anni. In fondo i tempi sono cambiati, le esigenze degli automobilisti mutate e i monovolume, come una moda scaduta e improvvisamente fuori tendenza, hanno perso l'appeal e il favore delle masse. Resta la storia a raccontarci di quanto l'uomo sappia creare e disfarsi delle cose con una rapidità e volubilità unica, anche se queste sono valide e meritevoli sotto più punti di vista. In definitiva, l'Ulysse attracca alla sua Itaca con quasi 200.
000 esemplari prodotti con due generazioni che hanno saputo affrontare il periglioso mare del mercato, vincendo le loro sfide con furbizia e intelligenza, proprio come Ulisse, l'eroe epico che seppe affondare i troiani con la trappola del cavallo di legno, prima di perdersi nel lungo viaggio di ritorno verso casa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.