Chi vince e chi perde nelle immatricolazioni di auto in Europa? Da una parte, la crescita delle immatricolazioni continua (decimo segno «più» consecutivo in maggio: +18,2%); dall'altra i valori relativi a un mercato considerato normale, quello del pre-Covid, restano sempre assai distanti: -22,3%. E lo stesso vale per i primi 5 mesi: +17,4% quest'anno, -23,2% tra gennaio e maggio del 2019. A perdere, inoltre, sono le immatricolazioni ai privati a vantaggio di quelle alle aziende. Il motivo lo espone Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor: «Le case automobilistiche privilegiano soprattutto la produzione dei modelli più remunerativi, che sono anche quelli più costosi. Tale situazione avviene perché, in quasi tutti i mercati, la ripresa delle vendite interessa soprattutto gli acquisti delle aziende piuttosto che dei privati, orientati sui modelli economici».
Guardando alle auto elettriche, a perdere tra i 5 mercati più importanti sono l'Italia (3,8% di quota mercato) e la Spagna (4,6%). A distinguersi, nei 5 mesi, con penetrazioni a doppia cifra sono, invece, sempre gli stessi: Regno Unito (15,7% di quota), Germania e Francia, entrambi i Paesi con il 15% di peso sul mercato complessivo delle vetture elettriche pure. «Tra le cause del ritardo di Italia e Spagna - osserva ancora Quagliano - molto importante è il fatto che la soglia di accesso all'auto elettrica, in termini relativi, è molto più alta in questi Paesi che nel Regno Unito, in Germania e in Francia. Le retribuzioni medie, infatti, in Italia e Spagna sono decisamente lontane da quelle degli altri tre Stati citati e, di conseguenza, l'alto prezzo di vendita dell'auto elettrica, che in Italia nella configurazione più economica costa intorno a 25mila euro, è molto lontano dalle disponibilità economiche delle masse. E poiché, al momento, non si prevedono riduzioni significative dei prezzi delle auto elettriche e, tanto meno, è all'orizzonte un recupero dei livelli medi delle remunerazioni italiane e spagnole rispetto agli standard europei, la conseguenza di questa situazione è che per Roma e anche Madrid, se si vuole tenere il passo della transizione all'elettrico con i Paesi economicamente più avanzati, occorrono incentivi più elevati e più efficaci di quelli finora adottati».
A senso unico, sul tema dell'elettrico, è il commento del direttore generale di Unrae, Andrea Cardinali: «Il nostro Paese - afferma - sta arrivando ultimo pure nella gara tra gli Stati membri dell'Ue anche per attrarre gli investimenti sulla filiera elettrica e, in particolare, per la produzione di batterie e il loro assemblaggio nelle gigafactory; un successo in questo campo consentirebbe, invece, di neutralizzare il tanto paventato impatto economico e occupazionale della transizione energetica».
Ecco ora chi vince e chi perde, come domanda, nel gruppo Stellantis (-0,5% in maggio e +7,2% da gennaio al mese scorso; le quote di mercato in entrambi i casi scendono: da 20,2% a 17% e da 19,2% a 17,6%).
Ecco i marchi più richiesti in maggio: Alfa Romeo (+95,3%), Ds (+19,2%), Peugeot (+10,6%), Lancia (+10,4%), Jeep (+7,5%), Opel (+0,6%). Perdono, invece, Fiat (-22,8%) e Citroën (-7,8%). In testa alla classifica c'è sempre Volkswagen Group (+20,2% le vendite in Europa a maggio, +24,9% da gennaio).
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