Abbiamo bisogno di sentire il profumo del passato per dare il giusto valore al presente. Probabilmente, questo è stato il pensiero che ha guidato la mente e la mano del Centro Stile Lancia, diretto dall'ingegner Enrico Fumia, quando è stato incaricato dalla casa madre di dar vita alla Lancia Y, nuovissimo modello destinato a succedere al fenomeno commerciale Y10. Dunque, per tracciare delle linee eleganti, ricercate e fuori dal comune, vengono scandagliate le pagine ingiallite dei vecchi archivi del marchio torinese, fissando la propria attenzione su alcuni modelli in particolare: Lancia Ardea e Appia.
Prendere spunto da due vetture di così alto lignaggio è una scelta saggia e ponderata, inoltre per proporzioni e destinazione d'uso, il legame tra la Y e le sue antenate emerge con nitidezza. Quando vengono tracciate le linee definitive della futura ammiraglia in miniatura, si notano dei richiami anche alla più recente Y10, oltre a un gusto moderno e contemporaneo, in grado di esprimere con potenza una forza che seduce. Quando nel 1995 la Lancia Y viene ufficialmente presentata, risalta sulla scena internazionale per essere non convenzionale, unica e particolare nel suo genere. Attingendo dal passato, gli uomini di Lancia sono pronti a scrivere un florido e radioso presente che si proietta verso il futuro.
Una miriade di colori
Dopo tre anni di gestazione e dopo altri due bozzetti silurati, la Lancia Y entra in scena a metà degli anni Novanta con una certa dirompenza. In appena un mese ne vengono vendute 42.000 unità, cosa che fa ben sperare e, soprattutto, sfregare le mani a chi ha voluto credere nel lancio di una macchina che si distingue da tutte le altre utilitarie. Stilisticamente, Fumia e i suoi uomini concepiscono l'utilitaria "chic" di Lancia seguendo uno schema "quadrifrontale", nel quale linee arcuate e tese convergono in uno spigolo, dividendo in quattro sezioni le superfici.
L'originalità dalla Y risiede anche nel progetto Kaleidos, l'optional che fa dell'utilitaria italiana la prima auto al mondo di grande serie, a poter poggiare su più di cento colori di carrozzeria. Un tavolozza di tinte che ricopre infinite sfumature di rosso, giallo, blu e così via. Poi, nonostante le dimensioni compatte, le dotazioni sono di primissimo piano: plastiche soft-touch, assemblaggi eccellenti, rivestimenti in Alcantara (per le versioni top di gamma) e un quadro strumenti in posizione centrale. La raffinatezza tipica dell'universo Lancia, viene trasmessa anche alla più piccola della casa, senza esitazione. Chi è abituato a guidare l'ammiraglia K, non si sente in difetto a scendere su una Y quando si deve spostare in città.
Lancia Y, più "pepe" con l'Elefantino Rosso
Nata sul pianale della coeva Fiat Punto, la Lancia Y possedeva delle doti che la "cugina" non poteva minimamente sognare. Destinata principalmente a chi voleva prima di tutto comodità ed equipaggiamenti ricchi, le prime versioni dell'utilitaria disegnata da Fumia non si facevano notare per le prestazioni. I placidi motori 1.2 FIRE e il 1.4 Pratola Serra, offrivano un giusto compromesso tra brillantezza ed efficienza, collocando la Y tra le vetture polivalenti, valide tanto in città quanto sui percorsi autostradali.
Nel 1998, però, si decise di dare ossigeno e un temperamento più focoso alla compatta dal sangue blu, trasformandola in una teppista con la cravatta. Il merito è dalla versione Elefantino Rosso, omaggio alla mitica squadra corse del marchio, la HF, da sempre accompagnata a questo simbolo. Sotto al cofano il 1.2 FIRE da 16 valvole toccava quota 86 CV che su un corpo vettura da circa 900 chilogrammi, garantiva un comportamento su strada audace e divertente. Esteticamente la Y "hooligan" si distingueva dalle altre per: i cerchi in lega bruniti da 15", le calotte degli specchietti retrovisori in colore grigio titanio, la calandra in tinta con la carrozzeria, il volante e il pomello del cambio in pelle con cuciture rosse e la strumentazione interna retroilluminata di colore rosso invece che verde. Al fianco di questa versione, sempre nello stesso anno, fu introdotta anche la Elefantino Blu, sostanzialmente una entry level a buon mercato.
Una storia che non finisce
Nel 2000 la Lancia Y ricevette un restyling che aggiunse qualche ritocchino estetico, come una calandra anteriore più ampia e un nuovo disegno dei paraurti, per renderla sempre fresca e battagliera per affrontare il nuovo millennio alle porte. L'operazione non diede un grande slancio e nel 2003, dopo otto anni di gloriosa carriera, la Y cedette il passo alla sua sostituta Ypsilon. Complessivamente sono stati venduti 802.
890 esemplari, un numero portentoso per una macchina che ha stravolto un genere, inaugurando una dinastia che prosegue, ancora adesso, con immenso successo. La Ypsilon è un'icona e, gran parte di questo merito, va tributato alla prima della specie. Un'ammiraglia in miniatura dal fascino "caleidoscopico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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