Gioielleria, l’Antitrust apre un’istruttoria su Morellato

L’Autorità indagherà sul divieto imposto ai rivenditori di utilizzare le piattaforme e-commerce, diritto riservato esclusivamente alla casa madre

Gioielleria, l’Antitrust apre un’istruttoria su Morellato
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L’Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Morellato, marchio noto nel settore della produzione e vendita di gioielli e orologi. La decisione è stata presa a seguito di una segnalazione relativa a presunte condotte anticoncorrenziali messe in atto dall'azienda.

Le contestazioni dell'Authority

L'Authority contesta a Morellato l'imposizione di un "esplicito divieto contrattuale" ai propri distributori autorizzati, che impedisce la vendita dei prodotti su piattaforme online di terzi, come Amazon. Secondo la segnalazione, Morellato utilizzerebbe un sistema di codici prodotto "elaborato dalla stessa Morellato ad hoc sulla piattaforma" Amazon, senza il quale il rivenditore non sarebbe in grado di caricare il prodotto. Questa procedura, presentata come misura per prevenire la vendita di prodotti contraffatti, si applicherebbe anche a prodotti regolarmente acquistati dai rivenditori autorizzati.

L'Autorità ha rilevato che il "contratto di distribuzione al dettaglio" tra Morellato e la rete vendita prevede un sistema di distribuzione selettiva. In particolare, l'allegato 2.1 B) del contratto, relativo ai "Criteri di selezione per il commercio online", vieta esplicitamente ai distributori autorizzati l'utilizzo dei marketplace, stabilendo che "le vendite tramite negozi e rivenditori sul web e piattaforme di terzi (quali ad esempio Amazon, Ebay ecc) non sono consentite".

Un elemento chiave della contestazione è che "la stessa Morellato, tramite la propria controllata, utilizzerebbe invece i marketplace per le vendite dei propri prodotti". L'Antitrust evidenzia quindi una disparità di trattamento: Morellato impone un divieto assoluto ai suoi distributori, ma opera attivamente sui marketplace per la vendita diretta.

Quadro Normativo e Valutazioni

L'Autorità inquadra la vicenda nei rapporti verticali tra Morellato e la sua rete distributiva, regolati da un sistema di distribuzione selettiva. Pur riconoscendo che tali sistemi sono leciti a determinate condizioni, l'Autorità sottolinea che, in base al Regolamento (Ue) n. 720/2022 e agli Orientamenti sulle restrizioni verticali, è vietato "impedire l’uso efficace di internet da parte dell’acquirente o dei suoi clienti per vendere i beni o servizi oggetto del contratto".

L'Antitrust ritiene che le condizioni commerciali adottate da Morellato siano "suscettibili di integrare una intesa vietata, ai sensi dell’articolo 101 del Tfue, in quanto idonea a limitare lo sviluppo concorrenziale del canale distributivo in esame".

Inoltre, il "carattere discriminatorio della restrizione", per cui Morellato si riserva l'accesso a un canale di vendita precluso ai distributori, "costituisce invero un indice sintomatico del difetto di proporzionalità della clausola rispetto al fine di salvaguardare l’immagine dei prodotti del fornitore".

L'istruttoria dovrà concludersi entro il 20 marzo 2026.

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