"B-movie" a chi? Quei pessimi, bellissimi film...

Chi ha attraversato, alla fine degli anni Settanta, il passaggio dal monopolio della tv di Stato all'esplosione delle emittenti commerciali prima ancora dell'arrivo di Mediaset ricorderà certamente quanto il fenomeno avesse profondamente cambiato il teledipendente.

"B-movie" a chi? Quei pessimi, bellissimi film...

Chi ha attraversato, alla fine degli anni Settanta, il passaggio dal monopolio della tv di Stato all'esplosione delle emittenti commerciali prima ancora dell'arrivo di Mediaset ricorderà certamente quanto il fenomeno avesse profondamente cambiato le abitudini del teledipendente. A cominciare dalla fascia oraria: altro che prime time, le cose migliori andavano in onda a notte fonda. Le commedie scollacciate, gli horror violenti, quei western talmente brutti da risultare esaltanti, la comicità più pecoreccia e qualunquista nel segno dell'iperrealismo stilistico e dell'ipertrofia narrativa. Senza nulla togliere a certi capolavori passati a «Fuori Orario», le chicche si rintracciavano, il più delle volte per caso, su canali locali davvero improbabili, pur massacrate ogni dieci minuti da interruzioni pubblicitarie senza sconti. Genitori o congiunti a nanna, spazio libero a parolacce, donne nude, scorrettezze, battute da caserma, omicidi, torture, esecuzioni di massa per esaltanti Mondo Movies. Da vergognarsi insomma, finché non è arrivata la critica raffinata e snob che ne ha garantito il diritto di cittadinanza.

Senza nulla togliere alle serie, chiamate a salvare il cinema, ben altre emozioni fornisce il recupero di filmografie che definirle di serie B è già un upgrade. Il vero cinephile non ha patito più di tanto il sequestro di persona degli ultimi due mesi e grazie al moltiplicarsi dell'offerta è riuscito a recuperare cose dell'altro mondo. Basti leggere la rubrica quotidiana di Marco Giusti su Dagospia, «La quarantena dei Giusti: guida tv per reclusi» - per benedire le restrizioni del governo che ci ha costretti tutte le sere a casa, per di più senza gli amici con cui cenare e senza il calcio. I motivi per non uscire continuano a essere molti anche ora che la prigionia si è un po' allentata, cominciando dal venerdì su Cine34 che ci regala il culo di Nadia Cassini, tra i migliori di tutti i tempi. Continuando con i gialli erotici, geniale commistione tutta italiana, e tra questi Love Birds. Una strana voglia d'amare, Le foto di Gioia con Serena Grandi e Sabrina Salerno, Femmina con Monica Guerritore, fino all'estremo Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din don...

Di fronte a questi titoli geniali le serie Netflix e Amazon impallidiscono. Possiamo anche disquisire su Casa di carta o Breaking Bad, spararci l'intera saga del Trono di spade, ma le emozioni stanno altrove, analoghe a quelle che mi restituisce un gruppo scoperto per caso su Facebook, «Italian Erotic Movie Posters», da consumarsi gli occhi, altro che leggere menate sul virus.

Stiamo dunque riscoprendo la funzione consolatoria del cinema nei corpi di donne fantastiche e nella volgarità delle battute di Lino Banfi,

Pippo Franco, Renzo Montagnani, Jerry Calà. Grazie ai loro film abbiamo capito tanto sulla storia del nostro Paese. Necessaria però una precisazione: i brutti film li amiamo non per snobismo ma perché ci piacciono davvero.

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