Bandiere Udc in piazza: «Il nostro leader sbaglia avrebbe dovuto esserci»

Marianna Bartoccelli

da Roma

Non erano tante, ma c’erano. Le bandiere con lo scudo crociato del partito di Casini si notano subito lungo i cortei e a Piazza San Giovanni e ognuno è pronto a giurare che tra la folla anche se senza bandiere, i centristi sono in tanti. Non tutti in disaccordo con Casini, come Pietro Lunghi di 63 anni, che a Rocca di Cave, paesino romano, dirige il museo di Paleontologia. «Se avessi potuto sarei andato a Palermo, ma visto che non me lo posso permettere sono venuto a Roma per manifestare contro Prodi e la Finanziaria» spiega, sventolando la bandiera e cantando Fratelli d’Italia. Le bandiere dell’Udc si distinguono subito tra le migliaia tricolori di Fi e quelle azzurre di An, anche nello spezzone che dai Colli Albani porta il corteo del Sud sino a San Giovanni. Giusto da Palermo non è venuto nessuno, ma sono molti quelli che arrivano dalla Calabria e dalla Puglia. Da Acqua Fornara vicino Cosenza sono arrivati in 10. «Non abbiamo apprezzato la decisione di Casini» spiegano. «Come si fa a non capire che ci vuole compattezza, tanta, per abbattere il governo Prodi?» aggiungono mentre la banda del comune di Ventimiglia di Sicilia intona Ciuri Ciuri. C’è anche Luigi Cassetta, che è il segretario centrista di Palmerigi e componente del comitato provinciale di Lecce. Per stoppare le polemiche ci tiene a spiegare che lui la bandiera se l’è portata da casa: «Non condivido la scelta di Casini. Sono d’accordo con quello che sta facendo Berlusconi. Lui è il padre di famiglia e noi come figli non dobbiamo dividerci». Senza bandiera dell’Udc Mario Gentile e Sasà Scalzo, amministratori del comune di Taverna, vicino Catanzaro, perché hanno deciso di portare uno striscione che è anche una protesta esplicita contro il loro leader: «Unione dei Casini a Palermo, Udc con il cuore a Roma. Non è una questione di bandiera». E sono orgogliosi perché dal loro paese, dove l’Udc è il primo partito, uno dei quattro pullman è stato riempito dai militanti del loro partito. «Casini dovrebbe ringraziare Berlusconi che gli ha consentito di fare il presidente della Camera con l’1,9% dei voti. Quando avremo il 20% potremo anche fare una manifestazione separatamente» sottolinea Gentile che è anche il vicesindaco del suo paese. Nel corteo del Sud sono in molti ad aver visto anche il capogruppo Udc del comune di Campobasso. In piazza San Giovanni arrivano quelli dell’Udc romana. Sono della sezione Trionfale, e sventolano le loro bandiere. «Siamo del centrodestra senza se e senza ma» spiega per tutti Roberto Vernarelli che ci tiene a precisare che sono almeno 300. «Siamo come gli spartani ma era giusto essere qui in piazza perché il centrodestra è tutto compatto per mandare a casa Prodi». Da Sud a Nord i centristi della Cdl sembrano pensarla allo stesso modo: «Quello che conta sono i voti. Casini sbaglia, si vince uniti.

E noi non abbiamo, purtroppo, tutti questi voti» spiega Armido Balsemin, il vicesindaco di Poiana Maggiore, in provincia di Vicenza, che non ha smesso un attimo di sventolare la sua bandiera dell’Udc, durante il discorso di Berlusconi. «Mi spiace che non siamo tutti qua» conclude con una punta di tristezza.

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