Maggio funesto per il mercato auto che crolla del 13,8%, restituendo una situazione difficile da recuperare sino a fine dellanno e finora solo tamponata dalleffetto incentivi. Le cose sembrano andare un po meglio per le le flotte aziendali. «Per le aziende è il momento della presa di coscienza - dice Carlo Basadonna, direttore del Corporate Vehicle Observatory di Arval -: se il disorientamento su come far fronte alla crisi era il mood che ha accompagnato le aziende per buona parte del 2009, ora la crisi, pur se non completamente superata, è una sorta di compagna di viaggio a cui le aziende si sono attrezzate a far fronte con ladozione di varie misure: dal downgrading, al downsizing, dal prolungamento dei contratti, fino ad arrivare a un puntuale monitoraggio di ciascuna voce di costo in unottica imprescindibile di tco».
«Dopo una prima fase in cui le aziende hanno dato una risposta alla difficile congiuntura - continua Basadonna - trincerandosi dietro politiche mirate al taglio dei costi, ora la risposta sta diventando più qualitativa, in direzione di una padronanza totale degli indicatori gestionali (andamento chilometrico, durata contrattuale, spending globale, emissioni..) della loro flotta aziendale. Lo testimoniano anche i dati del Barometro 2010 dei veicoli aziendali, secondo cui, per fare un esempio, il servizio accessorio di maggiore importanza, scelto dal 67% delle grandi aziende e dal 73% di quelle grandissime è il monitoraggio delle spese legate al carburante, voce che rappresenta, da sola, il 25% del total cost of ownership di una flotta». «Si è di fronte a un quadro che non promette niente di buono - aggiunge Basadonna - e a una situazione generale preoccupante per tutta la filiera, nonostante questi piccoli segnali di ripresa per le auto aziendali.
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