Embiid ne fa 70 agli Spurs: notte da record in Nba

Le stelle di Philadelphia e Minnesota battono i record delle rispettive squadre. Una notte con due giocatori sopra i 60 punti non succedeva dal lontano 1978

Embiid ne fa 70 agli Spurs: notte da record in Nba

La lunga regular season della Nba raramente offre storie interessanti ma ogni tanto certi campioni si mettono in testa di fare notizia. Per celebrare i 18 anni dalla storica partita da 81 punti di Kobe Bryant per i Los Angeles Lakers due giocatori si sono messi in testa di inseguire il Black Mamba ed hanno fatto partite spettacolari. Né Joel Embiid né Karl-Anthony Towns sono riusciti ad avvicinare la prestazione clamorosa di Kobe o addirittura i mitici 100 punti di Wilt Chamberlain ma hanno comunque battuto i record delle rispettive squadre. Se il francese ha messo a referto 70 punti, il talento della Repubblica Domenicana si è fermato a 62, abbastanza per far impazzire di gioia le arene di Philadelphia e Minneapolis. La cosa veramente incredibile è che una giornata del genere, con due prestazioni simili non succedeva nella Nba da più di 45 anni.

Non succedeva dal 1978

Nella lunga storia della Nba capita raramente che due giocatori mettano partite con oltre 60 punti e, stranamente, si tratta quasi sempre di pivot. I 70 punti di Embiid che sono diventati il nuovo record dei 76ers sono arrivati nella vittoria di Philadelphia per 133 a 123 sui derelitti San Antonio Spurs mentre Towns si è scatenato contro i Charlotte Hornets, senza però riuscire ad evitare che i Timberwolves venissero sconfitti nel finale per 128 a 125. Visto che in America le statistiche sono una vera e propria ossessione, non c’è voluto molto prima che si ricordassero le altre tre occasioni nelle quali due giocatori sono andati oltre ai 60 punti. L’ultima volta è successo il 9 aprile 1978 e ha visto protagonisti David Thompson e George Gervin: i giocatori di Denver e San Antonio non avevano da commemorare un record passato ma erano testa a testa per conquistare il record di punti segnati nella stagione. Thompson mise a referto 72 punti mentre Gervin si fermò a 63.

Sedici anni prima, il 17 gennaio 1962, a sfidarsi furono Jerry West e Wilt Chamberlain: una volta tanto fu la bandiera dei Lakers a spuntarla. Ai 63 punti di West, il Big Dipper, che all’epoca giocava a Philadelphia, non riuscì che a metterne 62: avrebbe avuto modo di rifarsi più avanti. Curiosamente, la prima volta non era successo molto prima ed aveva visto ancora protagonista Wilt: l’8 dicembre 1961, infatti, Chamberlain aveva fatto segnare il record Nba con 78 punti mentre un altro campione dei Lakers, Elgin Baylor, ne aveva segnati 63. La cosa veramente straordinaria? Li segnarono nella stessa partita, una maratona cestistica da tre supplementari. Le magie di Wilt, però, non bastarono: la vittoria se la portarono a casa i gialloviola per 151 a 147.

“Kobe era il mio idolo”

Ad accorgersi che la serata sarebbe stata particolare era stato uno che di record se ne intende. LeBron James aveva postato su Twitter il proprio stupore per le prove di Towns ed Embiid, venendo imitato dalla stella di Phoenix Kevin Durant, che contro Chicago aveva messo a referto “solo” 43 punti: “Il livello di talento in questa lega è pazzesco, anche dal punto di vista degli schemi in attacco. Si vedono tanti movimenti che liberano i grandi per tiri da tre. Gli allenatori stanno diventando molto più creativi e questo è il risultato”. Nonostante l’ennesima sconfitta, non tutto è da buttare per gli Spurs, visto che Wembanyama ha comunque segnato 33 punti.

I 70 punti del francese hanno battuto il record di Chamberlain, cosa che sicuramente Embiid aveva in mente nel finale. In realtà, però, stava pensando a Kobe: “Da quando ho iniziato a giocare, Kobe era il mio idolo. È grazie a lui che ho iniziato col basket. È divertente che abbia fatto il record proprio nell’anniversario dei suoi 81 punti”. Embiid entra nel ristretto club dei giocatori con più di 70 punti a partita ma dovrà correre parecchio prima di rivaleggiare con Wilt Chamberlain, che ci era riuscito ben sei volte in carriera.

“Conta solo vincere le partite”

Il record di Towns è invece decisamente agrodolce, con il talento caraibico che sembrava quasi non volerne parlare: “Dobbiamo trovare un modo di vincere, conta solo vincere le partite”. Eppure la gara di Towns è entrata comunque nel libro dei record della Nba, visto che nessuno prima di lui era riuscito ad andare in doppia cifra da due, dall’arco e dalla lunetta. Dopo esser partito sparato ed aver messo ben 44 punti alla sirena lunga, Towns ha chiuso con 11 su 20 da 2, 10 su 15 da tre e 10 su 14 sui liberi. Il compagno di squadra Anthony Edwards nel post partita ha ammesso che, ad un certo punto, non faceva altro che passargli la palla per aiutarlo a fare ancora meglio: “Siamo 15 in squadra, no? Quattordici di noi volevano vederlo arrivare ad 80 punti. Congratulazioni per una prestazione unica”.

Non capita spesso che un giocatore di una squadra sconfitta segni così tanto: dal 1993 ad oggi, solo Kevin Booker è riuscito a fare meglio, segnando 70 punti contro Boston nel 2017. Il più sorpreso dal risultato, però, è proprio Joel Embiid, che ha messo solo una tripla in serata: “Sono stupito che non abbia fatto meglio di me. Ho sentito che aveva segnato qualcosa come 45 punti all’intervallo ma l’ha fatto in maniera diversa da me. Io ho messo una sola tripla mentre lui ne ha segnate 10. Davvero incredibile”. Kevin Durant, un altro grande che tira spesso e volentieri, pensa che questo sia il futuro del basket: “Questo è il massimo nel basket, secondo me.

Abbiamo grandi che segnano 70 e 60 punti, facendo nove o dieci triple, mettendo sospensioni una dietro l’altra. È davvero pazzesco”. Agli amanti del basket di una volta farà storcere il naso ma, a quanto pare, la pallacanestro oggi è questa roba qui. Dovremo farcene una ragione.

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