Basta piscina, ora l’Islam prega a teatro

Prima via Padova, poi via Iseo. E ancora la piscina Scarioni, fino al teatro Ciak. Nel mezzo le polemiche e le proteste dei residenti. Perché il pellegrinaggio della comunità islamica di Milano fra palestre, teatri e spazi all’aperto nei quali celebrare la tradizionale preghiera del venerdì sembra non avere mai fine. E così, dopo aver «colonizzato» la piscina Scarioni di via Valfurva - zona Niguarda - per tutto l’inverno, adesso circa duemila musulmani hanno avuto il permesso di radunarsi all’interno del teatro Ciak.
Hanno cominciato lo scorso 18 giugno, dopo la firma della convenzione fra Fabbrica del Vapore, Comune di Milano e Casa della cultura islamica. Accordo che dovrebbe durare a lungo, secondo le intenzioni dell’assessore comunale allo Sport, Alan Rizzi, che ha gestito la trattativa che dovrebbe mettere fine all’eterno problema della preghiera del venerdì. «La comunità potrà pregare all’interno della struttura sicuramente fino alla metà di agosto - spiega Rizzi -. A quel punto ci sarà il Ramadan, e allora bisognerà decidere se trovare un nuovo spazio o se si potrà continuare al Ciak anche durante questo periodo. In ogni caso la convenzione andrà avanti, anche per il futuro». A confermarlo è anche il presidente del Centro islamico di Milano, Mamoud Asfa: «Fino all’ultimo venerdì di maggio ci siamo radunati alla piscina Scarioni - afferma -, ma poi è finita la convenzione. Così gli ultimi due venerdì abbiamo pregato alla Fabbrica del Vapore, dopo aver firmato un nuovo accordo di affitto con il Comune». A sorridere sono soprattutto i residenti del Niguarda, che quei duemila musulmani riuniti in piscina una volta alla settimana li tolleravano a fatica. «È stata una liberazione - commenta una signora che lavora proprio di fronte all’ingresso -. Per fortuna la piscina ha aperto al pubblico lo scorso 5 giugno, quindi i musulmani sono dovuti andare via».
In effetti, al posto di duemila persone riunite in preghiera, al di là della recinzione ci sono soltanto bagnini, mamme e ragazzini intenti a tuffarsi e nuotare. «Per noi che abitiamo in un quartiere così periferico questa struttura è molto importante perché permette ai giovani di aggregarsi e di fare sport - continua un’altra residente -. Non siamo razzisti, ma quei musulmani erano tantissimi e quando arrivavano tutti insieme non si poteva neanche circolare. Adesso ci auguriamo che con il ritorno dell’inverno il problema non si ripresenti». A tranquillizzare gli animi è lo stesso assessore Rizzi. «L’anno prossimo la comunità islamica non tornerà alla Scarioni. Abbiamo individuato una nuova sede, il Ciak, che ospiterà i musulmani per i prossimi mesi».

La «patata bollente» passa dunque in via Procaccini, dove per altro i residenti sono già da tempo abituati alla presenza della comunità, che al Ciak festeggia dall’anno scorso il Ramadan. Solo che al tradizionale mese di digiuno questa volta si associa anche l’appuntamento settimanale del venerdì. In attesa della tanto agognata soluzione definitiva.

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