Battisti, Berlusconi a Lula "Ho fiducia nelle autorità"

L'incontro a Washington. Nei mesi scorsi il Supremo Tribunal aveva dato il proprio "sì" al via libera per l'ex terrorista. Lula: "Attendiamo motivazioni". Berlusconi: "Certi pm vogliono impedirmi di governare"

Battisti, Berlusconi a Lula 
"Ho fiducia nelle autorità"

Washington - Anche sulla strada per Washington, dove Silvio Berlusconi arriva poco prima di pranzo per prendere parte al Nuclear Security Summit, la politica italiana non riesce a farsi da parte. Tanto che durante il volo verso gli Usa il Cavaliere non fa sfoggio di buon umore alla notizia che nell'ambito del processo Mediaset la procura di Milano ha chiesto ai giudici di sollevare questione di incostituzionalità davanti alla Consulta se il premier non indicherà delle date per celebrare le udienze. Perché, dice in aereo, «non è possibile continuare ancora ad essere prigioniero di certi magistrati» nonostante una legge approvata dal Parlamento e controfirmata dal Quirinale. Non è possibile, insomma, che «certi pm abbiano come unico obiettivo la mia persona» e il fatto di «impedirmi di governare». Uno sfogo che non dura molto, perché ad attendere Berlusconi c’è il corposo dossier brasiliano, caso Cesare Battisti compreso, visto che prima dell’apertura dei lavori del summit è previsto un faccia a faccia con Inacio Lula all’ambasciata del Brasile.

Un bilaterale che dura circa 45 minuti, nel quale i due si soffermano soprattutto sui rapporti tra i due Paesi e sulla firma di un partenariato strategico che potrebbe avere ricadute per decine di miliardi di euro (a livello extraeuropeo l’Italia ha stretto intese simili solo con Turchia e Israele). Berlusconi e Lula affrontano anche il caso Battisti, l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac) condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi avvenuti negli anni '70 e per il quale il governo di Roma chiede l’estradizione dal Brasile. Un mese fa, infatti, il tribunale di Rio ha condannato Battisti a due anni di pena - da scontare in semilibertà - per uso di passaporto falso al momento del suo ingresso in Sudamerica.

Nonostante questo, però, la soluzione del rebus dell’estradizione resta sempre nelle mani del presidente Lula che dopo un lunghissimo e complesso iter processuale davanti alla Suprema Corte del Brasile ha il diritto all’ultima parola. Un colloquio interlocutorio, visto che da una parte il presidente brasiliano spiega di essere «in attesa» delle motivazioni della sentenza della Corte suprema e dall’altra il Cavaliere non ha intenzione di forzare la mano. La diplomazia italiana è al lavoro da tempo e il governo brasiliano conosce alla perfezione la posizione di Roma. Per questo Berlusconi esprime a Lula il suo «totale appoggio» e la sua «totale fiducia» nei confronti delle autorità e dei giudici brasiliani.

Terminato il faccia a faccia all’ambasciata del Brasile, il premier prende parte alla cena di gala che apre nel blindatissimo Convention Center il summit di Washington, il più importante sul disarmo dopo quello organizzato nel 1945 a San Francisco da Harry Truman. Un appuntamento ambizioso visto che l’impegno di Obama è quello di fare in modo che un giorno il mondo sia privo di armi nucleari assicurando uno sforzo comune contro il riarmo. La due giorni riporta Berlusconi sulla scena internazionale con un tema che sente particolarmente suo, come ha testimoniato anche la soddisfazione espressa per la firma del nuovo Trattato Start2 tra il presidente americano Obama e quello russo Dimitri Medvedev.

Palazzo Chigi ha infatti parlato di un risultato che «riconosce e premia l’impegno storicamente portato avanti da Berlusconi sin dal vertice di Pratica di Mare del maggio 2002». E lo stesso ambasciatore russo a Roma Alexey Meshkov ieri sottolineava «il ruolo molto importante avuto dall’Italia» nel «favorire il clima di fiducia».

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