Belgio, torna l’incubo mostro: 2 sorelline uccise

L’assassino potrebbbe aver avuto un complice

Albero Toscano

da Parigi

La speranza dei belgi è durata 18 giorni. La speranza di non ritrovarsi di fronte a un'altra tragedia di bambini rapiti e assassinati, dieci anni dopo lo spaventoso «caso Dutroux». Adesso lo spettro del mostro torna a scuotere l'opinione pubblica belga perché due sorelline di sette e dieci anni (stessa mamma, ma papà differenti) sono sparite in un quartiere popolare di Liegi nella notte tra il 9 e il 10 giugno. Le hanno cercate in lungo e in largo. Ieri i loro corpi sono stati rinvenuti a poche centinaia di metri dal luogo della misteriosa scomparsa: un bistrot della zona di Saint Léonard, a Liegi. L'autopsia dirà quanta e quale tipo di violenza abbia infierito su quei due corpicini. Nathalie Mahy era nata dalla precedente unione della signora belga Catherine Dizier. Stacy Lemmens è figlia di Catherine Dizier e del suo attuale compagno, Thierry Lemmens.
La sera del 9 giugno la coppia è andata a una festa popolare nelle strade del quartiere di Saint Léonard di Liegi e si è seduta in un locale, il caffé Les Armuriers, a cenare con i sei figli nati dalle varie relazioni di papà e mamma. Verso le 2 di notte, quando Catherine e Thierry erano un po' brilli, tutti i figli sono stati chiamati a raccolta, ma le piccole Stacy e Nathalie mancavano all'appello. I genitori pensavano che fossero tornate a casa a piedi, e così non hanno dato immediatamente l'allarme, sottovalutando la gravità della situazione. Solo il giorno successivo la polizia è stata avvertita.
Tutte le ipotesi sono state esaminate dagli inquirenti: da quella della fuga a quella del rapimento. Ma la più terribile è tornata di fronte agli occhi di tutti i belgi: quella dei maniaci sessuali che continuerebbero ad agire nel Paese malgrado le disposizioni prese - sul piano dell'ordine pubblico come su quello delle norme giuridiche - dopo la vicenda di Marc Dutroux, venuta a galla nell'estate 1996. La polizia ha appurato la presenza di un tale Abdallah Ait Oud, già condannato per reati sessuali su minori, proprio nel locale in cui si trovavano Catherine e Thierry, con i sei ragazzini. Il trentottenne di origine marocchina Abdallah Ait Oud si è presentato spontaneamente agli inquirenti quando gli organi d'informazione belgi hanno dato la notizia che era sospettato. Adesso quei sospetti continuano a essere in piedi, anche se l'uomo si dichiara assolutamente innocente. Un particolare per di più rende ancora più intricata la vicenda: il quotidiano olandese De Telegraaf ha reso noto di aver ricevuto una lettera anonima che forniva indicazioni precise per localizzare i corpi delle due bambine. La missiva sarebbe stata spedita l’altro ieri da Rotterdam e conteneva due cartine con una croce che, secondo il mittente, indicano il luogo dove «Stacy e Nathalie saranno probabilmente ritrovate».
Il corpo di Stacy è stato recuperato per primo. Era stato nascosto in fretta e furia in una canalizzazione per la raccolta delle acque usate nei pressi della ferrovia. «In nessun momento abbiamo smesso di sperare in un lieto fine. Purtroppo queste speranze sono ora infrante dal ritrovamento delle bambine morte, o meglio delle bambine assassinate», ha spiegato il procuratore Visart de Bocarmé. «Tutto sarà fatto per ricercare l'autore o gli autori del crimine.
«Abbiamo un sospetto, ma non abbiamo il quadro di questa sordida vicenda, non conosciamo lo svolgimento degli eventi» ha aggiunto il procuratore del re a Liegi, Anne Bourguignon, specificando che «non si sa se siano state violentate o meno e che tutto si saprà solo dopo l'autopsia e il test del dna».
E ora un Paese intero, in una sorta d'autocoscienza, si chiede quando mai le persone innocenti potranno permettersi di sorridere senza doversi preoccupare nell'uscire di casa.

L'avvocato Philippe Moureau, che opera per conto della famiglia delle due bambine e che ha dato per primo alla stampa la notizia del ritrovamento del cadavere di Stacy, ha detto che i genitori delle vittime intendono compiere ogni sforzo per chiarire le motivazioni della tragedia.

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