da Parigi
Alta onorificenza, la Legion donore è consegnata di solito in cerimonie collettive. De Gaulle stava per consegnarla a Jacques Tati, in fila con gli altri. Per «collocare» il decorato a uso del Generale, l'aiutante citò Mio zio, film di Tati. De Gaulle fraintese e abbracciò Tati dicendogli: «Suo nipote, che lavoratore!».
Mezzo secolo dopo, i presidenti francesi conoscono meglio il cinema, ma ora tocca al ministro della Cultura intervenire alla cerimonia. Così è stata la seducente Christine Albanel - che fra pochi giorni potrebbe essere vittima del rimpasto deciso da Sarkozy dopo la sconfitta elettorale - ad appuntare martedì sera la medaglia sul petto di Thierry Frémaux, classe 1960, dal 2000 selezionatore del Festival di Cannes.
Sfondo e parterre: la Cineteca per eccellenza, quella di Parigi, dove si accese la prima scintilla di una rivolta che sarebbe sfociata nel maggio 68, episodio evocato da Bernardo Bertolucci in The Dreamers. Se l'istituzione è la stessa, le mura sono altre: la sede è infatti passata dal Trocadero, cioè accanto alla torre Eiffel, al periferico quartiere di Bercy.
Plaudenti oltre trecento invitati, fra i quali Anouk Aimée, Olivier Assayas, Monica Bellucci, Juliette Binoche, Luc Besson, Costa-Gavras, Clotilde Coureau (l'attrice moglie del principe Emanuele Filiberto), Alfonso Cuaròn, Guillermo del Toro, Benoit Jacquot, Claude Lanzmann, Claude Lelouch, Jim McBride, Laura Morante, Michel Piccoli, Roman Polansky, Jerry Schatzberg, Bertrand Tavernier ed Elsa Zylberstein...
Insomma, sembrava di essere a una premiazione del Festival di Cannes, che però comincerà solo fra due mesi. A dare un tono da Cannes cè stato anche il film realizzato ad hoc dall'epocale presidente del Festival stesso, Gilles Jacob: un mediometraggio che racconta scherzosamente infanzia, giovinezza e maturità di Frémaux. A «interpretarlo», Jean-Pierre Léaud, con brani tratti dai film dove è Antoine Doinel, l'alter ego di François Truffaut, nei primi film del medesimo.
Officiata da Jacob, la grande serata di Frémaux è stata implicitamente anche la festa di Bertrand Tavernier, che l'ha sostenuto fin dagli inizi. Strana la vita: talora onora chi lo merita.
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