Omocisteina, perché è importante tenerla sotto controllo: quali sono i 5 rischi connessi a dei valori sballati nel sangue

Iperomocisteinemia comporta dei rischi che dovrebbero essere evitati. I consigli dell'esperta

Omocisteina, perché è importante tenerla sotto controllo: quali sono i 5 rischi connessi a dei valori sballati nel sangue
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Se ne sente parlare poco, eppure i suoi valori possono influire negativamente o positivamente sul nostro organismo: si tratta della omocisteina, un amminoacido solforato derivato dalla trasformazione della metionina. Un aumento improvviso di questo valore nei nostri esami del sangue può portare a diverse problematiche.

Dell'omocisteina sappiamo che è possibile rilevarla grazie a delle semplici analisi del sangue. Viene espulsa attraverso la filtrazione renale, passando dunque dalle urine. Si tratta di un amminoacido derivante dalla metionina, un altro amminoacido essenziale che può essere introdotto soltanto tramite l'alimentazione. A fornire questo importante elemento sono la carne, le uova, il pesce o i latticini. Grazie agli enzimi e alle vitamine B6, B12 e acido folico, l'omocisteina viene regolata all'interno dell'uomo. Tenerla sotto controllo è importante per non incorrere in una serie di problemi, proprio come sottolineato dalla biologa nutrizionista Maila Fiorentini.

"Valori normali di omocisteina variano in base ad età e sesso e sono ottimali tra 5 e 12 micromoli per litro, ma in realtà accettabili fino a 15 micromoli per litro", spiega la dottoressa a La Gazzetta. Controllare i valori è importante, perché in determinati casi può verificarsi uno scorretto accumulo di omocisteina nel sangue, dando origine a una condizione chiamata iperomocisteinemia. Malattie genetiche, abitudine al fumo, abuso di alcol, vita sedentaria, carenza di acido folico e di vitamine B6 e B12, malattie croniche e uso di massiccio di farmaci possono portare a una eccessiva presenza dell'amminoacido nel sangue.

I valori devono essere riportati nella norma, poiché l'iperomocisteinemia è collegata a cinque rischi: complicanze durante la gravidanza, cancro, fragilità ossee, deficit delle funzioni cognitive e problemi cardiovascolari, come ictus, infarti, trombosi e aterosclerosi.

La dottoressa Fiorentini raccomanda di agire evitando i principali fattori di rischio, ossia alcol, fumo e sedentarietà.

Attenzionato anche il caffè, dal momento che alcuni studi hanno riscontrato un'interferenza di questa bevanda nell'assorbimento di certi nutrienti. Altra cosa da fare è integrare acido folico, vitamina B6 e vitamina B12.

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