Berlusconi riuscirà a conquistare la fiducia del Paese

Ruggero Guarini

Molti sono i fattori che incoraggiano a pensare che il Cavaliere anche stavolta ce la farà. Uno di essi è la sua natura lieta, il suo fisiologico ottimismo, la sua stessa sfacciata e quasi puerile megalomania – caratteristiche umane un po’ più attraenti della biliosa borietta dei suoi principali avversari. Ci sono poi i risultati conseguiti dal suo governo in molti importanti settori (politica estera, ordinamento giudiziario, lotta al brigatismo indigeno e al terrorismo islamista, incremento degli investimenti in opere pubbliche, divieto di fumo nei locali pubblici, riduzione della disoccupazione a un livello sconosciuto da venticinque anni, riduzione degli incidenti mortali come effetto del taglio dei punti della patente, infine quell’evento unico nella storia della Repubblica che è la stessa miracolosa tenuta di un governo per tutto il quinquennio della legislatura).
Ma il motivo principale è un altro: è che anche stavolta, come sempre, non soltanto i suoi nemici ma anche molti suoi amici, sperano o temono la sua sconfitta. E proprio questo lascia invece prevedere che anche stavolta ce la farà. Tutti i suoi successi imprenditoriali e politici (questo il dato che incoraggia alla fiducia) appartengono infatti alla sfera dell’imprevedibile.
Quando il monopolio statale dell’etere sembrava destinato a durare per tutta l’eternità, nessuno previde che lui, solo lui, sarebbe invece riuscito a porvi fine, determinando il passaggio, nella storia della televisione italiana, dall’età statalista all’età liberista mediante la creazione di una grande Tv privata. Quando una dozzina di anni fa, dopo che la mattanza di Mani Pulite aveva distrutto la prima Repubblica, sembrò a tutti inevitabile che a quel collasso seguisse l’èra dei comunisti al potere, nessuno previde che lui, solo lui, sarebbe invece riuscito a impedire quel lugubre evento fondando un nuovo partito, creando una nuova coalizione e portandola alla vittoria nelle elezioni del ’94.
Quando non solo tutti i suoi avversari ma anche tutti i suoi fans, speravano o temevano che l’incessante persecuzione giudiziaria di cui egli fu oggetto fin dal giorno del suo ingresso in politica si sarebbe conclusa prima o poi con la sua condanna alle patrie galere, nessuno riuscì a prevedere che quella trappola giudiziaria – nonostante l’accanimento di quel plotone di esecuzione, e quello di tutte le forze politiche, finanziarie, culturali ed editoriali che sognavano la sua liquidazione – avrebbe invece fatto cilecca.
Lungo tutti gli anni della sua avventura politica, quando tutte le sedicenti «forze sane» del Paese, divise da tutto ma unite da un solo disperatissimo sogno: farlo fuori, si scatenarono contro di lui come una grande muta linciatrice, promuovendolo in tal modo al rango di Nemico Pubblico numero Uno, e a tutti, proprio a tutti, non soltanto al grande armento dei suoi persecutori ma anche agli italiani che lo amano, sembrò impossibile che egli potesse sottrarsi alla fine prescritta a tutti i capri espiatori, nessuno riuscì a prevedere che invece lui vi sarebbe sfuggito.


Ebbene, da questa lunga serie di successi mai previsti da nessuno non è forse ragionevole arguire che anche stavolta niente dovrebbe impedirgli di tornare a dimostrare di essere un evento imprevedibile?
guarini.r@virgilio.it

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