Biscottificio aperto

Sento puzza di biscotto, prepariamoci a un lunedì bestiale, sofferenza per un’ora e mezza, che cosa sarà di noi potremo anche saperlo nel caso di una nostra vittoria sulla repubblica d’Irlan­da ma spagnoli e croati che cosa combineranno?

Biscottificio aperto

E adesso? Sento puzza di biscotto, prepariamoci a un lunedì bestiale, sofferenza per un’ora e mezza, che cosa sarà di noi potremo anche saperlo nel caso di una nostra vittoria sulla repubblica d’Irlan­da ma spagnoli e croati che cosa combineranno? L’uso del verbo è opportuno, abbiamo ancora in circo­lo il veleno del duemilaequattro in Portogallo, sta a ve­dere che certe congiunture infelici si potrebbero ripe­tere.

E adesso? Ribadisco l’interrogativo ansioso. La squadra promette ma non mantiene, sopravvive ma non vive con un golletto, anche di fattura raffinata; si fa di nuovo riacciuffare,conferma l’insostenibile leg­gerezza dell’essere azzurro, il peso è scarso in attacco, troppaapprensioneunpo’dovunque,sognienoncer­tezze, l’avversario prima sembra cedere poi approfit­ta delle nostre debolezze.

Ci vorrebbe più Pirlo per tutti e non è soltanto una battuta.L’Italia è acqua tiepida,né fredda,né bollen­te, la staffetta degli attaccanti diventa una soluzione stucchevole, parrocchiale come se le responsabilità siano tutte ed esclusive di Balotelli e Cassano, costret­ti a lasciare il posto ad altri colleghi.

No,nellegambeenellatestadegliazzurric’èillogo­rio del calcio moderno, si rivedono le stesse amnesie e glistessilimitidell’ultimanazionalediLippi.Stavoltai cavallinonvannogiudicatialpalo, bastavederlicorre­re per il prato di Poznan, in alcuni momenti fanno te­nerezza, inaltriesaltanomaallafinesonobolsielarab­biaaumenta, insiemeconladelusioneperun’altraoc­casione mancata.

Duepareggiinduepartitesonopochissimo, posso­nodiventarenulla, addiritturailfallimento. Duerisul­tatiugualimadiversi, consideratalasquadrachecisia­motrovatidifronte. Lagioiadelparicontroicampioni del mondo si trasforma in bile per questo pareggio contro i furbi croati. Stavolta uno a uno fa male soltan­to a noi.

Che altro avremmo potuto fare? Forse Diamanti? Forse Nocerino? Forse. Roba piccola, comunque, di colpo scopriamo la paura, di colpo torniamo piccoli, ci sentiamo smarriti, incominciamo a tirare di conto, dipendiamo dagli altri. Invochiamo la lealtà dopo es­serci presentati con la fedina penale sporca, ci augu­riamoc­henessunofacciascherzimasappiamobenis­simo che certe cose nel calcio accadono perché deb­bono accadere, due feriti sono meglio di un morto, pensieroeparolediGigiBuffonmadiqualunqueper­sonachesappiadifootball. Ma,inquestocaso,c’èilpe­ricolo di un funerale, il nostro.

Viviamo di grandi illusioni, il gol di Di Natale alla Spagna, quello di Pirlo alla Croazia, zucchero a velo, poilagocciadicianuro, spagnoliecroaticiriportanoa una realtà amara.

Si preparano croce e chiodi per Prandelli, roba già vista, sentitaeletta. Perlacronacanonpotevamanca­re il commento di Guadagno Wladimiro in arte Luxu­ria, che ha bocciato la prova del corregionale Cassa­no, come già aveva fatto Vendola Nicola, ovviamente non per questioni tattiche ma per i pensieri e le parole sugli omosessuali. Altri esperti del ramo si attendono, dopo eventuale eliminazione si potrebbe prevedere ungaypridedinanzialladimoradelbarivecchiano,in­civile e cavernicolo.

Questa è l’Italia,un condominio di beghe e beghi­ne, il calcio è un buon sito per farsi riconoscere. Torno allasquadra: primasidesta, poisiaddormentaeviene presa dagli incubi. Dobbiamo aspettare, giocando due partite in una,la nostra contro Trapattoni e l’altra distante, tra Del Bosque e Bilic che sono tipi astuti e sanno benissimo che mandarci a casa sarebbe un grande sollievo per il loro futuro prossimo.

Inutile qualsiasi altra

elucubrazione. Gli assenti non hanno ragione. E i presenti non hanno torto. Non restachesperare. Ilpensierocheilnostroviaggioeuro­peo possa anche dipendere da Trapattoni e Tardelli sembra uno scherzo del destino. Ma è il football.

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