Bit, chiusura con il botto: presenze in crescita del 7%

Oltre 5mila espositori italiani ed esteri

Ha chiuso ieri pomeriggio a Rho la ventottesima edizione della Fiera internazionale del turismo, una rassegna che ha richiamato in quattro giorni, nei 60mila metri quadri dei padiglioni espositivi, più di 150mila visitatori provenienti dall’Italia e dall’estero. Un successo di pubblico e di offerta turistica, in particolar modo di quella di casa nostra, testimoniato dalla massiccia presenza dei compratori internazionali.
«Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti quest’anno – spiega Adalberto Corsi, presidente di Fiera Milano Expocts, organizzatore dell’evento -. A dispetto delle previsioni negative, abbiamo registrato un incremento delle presenze di circa il sette per cento. Ma soprattutto abbiamo colto un clima di ottimismo generale». Per quattro giorni Milano ha vestito i panni di capitale del turismo, con cinquemila espositori giunti da mezzo mondo. «Sono stati settanta gli eventi organizzati in queste giornate, fra convegni, tavole rotonde, dibattiti, manifestazioni e iniziative varie, aperte al pubblico e agli addetti ai lavori. Uno sforzo – ribadisce Corsi –, dietro al quale c’è il lavoro di un anno intero». Soddisfazione per il successo della Bit è stata espressa anche dai tour operator. «Un’edizione vivace, frizzante con una buona partecipazione – ha commentato Giuseppe Boscoscuro presidente di Astoi, sodalizio che rappresenta la categoria -, va però detto che la concorrenza europea è forte e fiere analoghe sono in calendario a Berlino, Londra e Madrid. Occorre quindi pensare di mantenere i risultati già conquistati, magari con eventi che coinvolgano anche l’intera città».
Ma l’euforia per il successo della manifestazione fanno il paio con le preoccupazioni per il futuro: quelle legate alla sorte di Malpensa e quindi alle limitazioni dei flussi turistici. «È pura follia tagliare le rotte intercontinentali. Con un aeroporto retrocesso – sottolinea il presidente di Expocts - ci troveremmo nella situazione paradossale di avere turisti e operatori economici che per raggiungere Milano dovrebbero passare prima da città come Parigi, Francoforte o Amsterdam, mete concorrenti». Un duro colpo se si pensa anche all’indotto, agli otto milioni di viaggiatori all’anno che fino a ieri sbarcavano a Malpensa diretti a Milano, per affari o per shopping.


«A prescindere dalla vendita di Alitalia, il ridimensionamento dell’hub finirebbe con l’essere un colpo duro per la Fiera e per il turismo, almeno quello del Nord Italia». Così, per protestare contro il declassamento di Malpensa, gli esercizi commerciali di Milano, asse Sempione e Varese, il 29 febbraio chiuderanno i negozi per dieci minuti.

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