Il blu di mezzanotte per un Dior «così così» E Miyake incanta Parigi

Inguardabili i tailleur luccicanti di Lanvin Originali le collane con muso di gatto di Loewe

diParigi In quasi 70 anni di storia a raccogliere gli applausi da Dior si sono avvicendati dei titani dello stile: Monsieur Christian in persona, Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferrè, John Galliano e Raf Simons. Alla fine della sfilata di ieri sono usciti in passerella Lucie Maier e Serge Tuffieux, responsabili dell'ufficio stilistico della maison che da cinque mesi è senza direttore creativo. Stavolta la collezione è sicuramente migliorata rispetto all'elegante guazzabuglio dell'alta moda, ma ancora manca un punto di vista forte e chiaro, quella benedetta unicità da cui in Italia nel '500 è nato il Rinascimento e due secoli dopo in Francia è cominciato l'illuminismo. Le parole pas mal, non male, rimbalzano da una fila all'altra nel mastodontico cubo d'acciaio costruito al centro della corte quadrata del Louvre con una serie di tunnel che finiscono l'uno nell'altro per esser riflessi all'infinito da mille specchi sullo sfondo. La sfilata comincia con una serie di modelli neri o blu di mezzanotte dalle evocative silhouettes tipicamente Dior: la giacca Bar arrotondata sui fianchi, la gonna ad astuccio longuette, gli scolli sciallati e il punto vita segnato. Da qui in poi c'è di tutto. Alcuni pezzi sono interessanti: il pullover arancione con le maniche rinascimentali, la pelliccia di visone epilato bianco con collo in volpe degradè, gli abiti da sera ricamati a mughetti. Certo più di pas mal non si può dire e speriamo sia vero che i manager abbiano già fatto la loro scelta. Due i nomi più papabili: Sarah Burton che con mano sempre più felice disegna McQueen e che a giorni avrà un altro bambino, oppure quel genio antipatico di Hedi Slimane. Di quest'ultimo si dice che lunedì sera sfilerà per l'ultima volta da Saint Laurent davanti a 100 persone in tutto. Il toto stilisti impazza anche da Lanvin dove si è vista una collezione inguardabile, la prima senza quel genio simpatico di Alber Elbaz licenziato quattro mesi fa. Qui i nomi in gioco sono tre: Stefano Pilati, il turco-canadese Erdem Moraliloglu e l'olandese Lucas Ossendrijven. Circolano anche strane voci su Clare Waight Keller che disegna con successo Chloè, ma l'unica cosa sicura è che neanche l'Alexis di Dinasty avrebbe osato sigillarsi negli orribili tailleur luccicanti che hanno sfilato l'altra sera da Lanvin. Inevitabile a questo punto chiedersi come mantenere in vita una maison quando finisce un ciclo creativo. La miglior risposta possibile arriva dalla strepitosa sfilata del marchio Issey Miyake oggi disegnato da Yoshiyki Miyamae mentre il maestro continua a seguire importanti progetti di studio e design oltre a una sorta di factory per le nuove leve creative. I risultati hanno dell'incredibile. La celebre plissettatura a caldo creata a suo tempo da Issey (nome in codice: Pleats Please) nelle mani di Miyamae è diventata un motivo tridimensionale prodotto dal vapore bollente nel tessuto (Steam Stretch) che adesso viene anche cosparso di colla e poi cotto al formo (Baked Stretch) creando pieghe sinuose. Gli orli sembrano l'interno di una conchiglia e i cerchi concentrici di stoffa danzano intorno al corpo diventando a volte abito, più spesso poesia. Da Ungaro lo stilista resta Fausto Puglisi, ma cambia il produttore: lo Studio Roscini che in Umbria produce per i migliori marchi al mondo invece dell'Aeffe di Alberta e Massimo Ferretti. La collezione è fantastica, un inno a tutte le ossessioni possibili e immaginabili. C'è Klimt con le pennellate d'oro che diventano pois, il maschile al femminile, l'ineluttabile potenza della sessualità e quel certo non so che di classico in salsa nuova. Insomma Puglisi mantiene i nervi saldi e la barra della creatività anche sotto stress. Più sereno lo scenario su cui si muove Jonhatan Anderson, talentuoso designer di Loewe. Il suo compito comunque non era fascile: dare un contenuto moda allo storico brand spagnolo di pelletteria. Dire che c'è riuscito è poco.

Le collane con enorme muso di gatto non piaceranno a tutte, in poche potranno concedersi i corsetti in pelle sopra alle gonne longuette con l'orlo a fazzoletto, ma l'immagine è molto moderna e le borse sono quanto di più desiderabile si possa immaginare.

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