La Boniver cerca un bagno a Luxuria e la polemica finisce nello sciacquone

La deputata «azzurra»: alla Camera non è difficile trovare una toilette ad hoc

Luca Telese

da Roma

Dopo dopo il memorabile litigio fra Elisabetta Gardini e Vladimir Luxuria («Orrore, mi sono sentita stuprata, non lo voglio nel bagno delle femmine!»), dopo la grande polemica sulla toilette per transgender a Montecitorio, non si è arrivati alla canna del gas (e nemmeno allo sciacquone) come si sarebbe potuto credere, ma a un’altra giornata di dibattito serrato su dove l’onorevole Vladimiro Guadagno, in arte Luxuria, debba fare i suoi bisogni, durante le sedute. Anche perché, a riaccendere la miccia ci pensa, con una intervista da ritaglio alla stessa portavoce di Forza Italia, Antonello Caporale su La Repubblica.
Sequenza culto: «Ero convinta che avessero trovato una soluzione» (lei). «Quale»? (Caporale). E lei: «Ma che ne so! Mi dicono che in alcune palestre hanno messo i bagni per quelli come lui. Questo Palazzo è pieno di bagni, gliene trovino uno». Caporale: «La percezione che Luxuria ha del proprio corpo è tutta femminile». Ancora la Gardini: «Si faccia tagliare il pisello! Se lo tagli e allora venga pure nel bagno delle donne. Perché non lo fa?». Caporale: «Onorevole Gardini...». La portavoce di Forza Italia: «Ta-glia-te-looooo!».
Incurante delle ipotesi più drastiche, a trovare una mediazione ci prova Margherita Bonier, parlamentare di Forza Italia: «Non penso che dovrebbe essere molto complicato cercare all'interno della Camera, che è un luogo cavernoso, con centinaia di locali, una sistemazione adeguata, anche ad hoc per la simpaticissima Vladimir Luxuria». Macché, non la ascoltano. E il centrosinistra alza il tiro sulla Gardini: «Le sue inaccettabili parole - dice il deputato dei Verdi Roberto Poletti - rappresentano un’offesa gravissima alle donne che sono state drammaticamente oggetto di una vera violenza sessuale». Il Verde, poveri noi, si spinge più in là, minacciando l’indicibile e ipotizzando una automutilazione estrema: «Quasi quasi - dice provocatoriamente - me lo taglio io (anche se sarebbe un gran peccato), per andare a vedere cosa fa così spesso la Gardini nei bagni della Camera...».
A sorpresa poi c’è qualche azzurro, come il deputato Giorgio Jannone, che ne approfitta per smarcarsi dalla compagna di partito: «Credo che la questione Luxuria si sarebbe potuta trattare con maggiore riservatezza e con un garbo più appropriato, investendo del problema, se è un problema, l'ufficio di presidenza della Camera» (sì, già che ci siamo si poteva anche sentire il parere dell’Onu e della Nato, forse). Ma intanto uno che sarà obbligato a studiare il caso per ruolo istituzionale è il vicepresidente Pierluigi Castagnetti: «Dovremo occuparci di un caso che non è un caso, e che è diventato tale perché una collega parlamentare ha voluto strumentalizzarlo politicamente».

Ma persino il deputato della Margherita, ha qualche dubbio di dottrina: «In ordine alle problematiche dei generi anch'io ho le mie opinioni, ma non credo che si debba scivolare sul piano della polemica». Forse prova a sdrammatizzare un altro azzurro, Simone Baldelli, «Questa è davvero una polemica su cui ora bisognerebbe tirare lo sciacquone». Sic transit gloria mundi.
(luca.telese@ilgiornale.it)

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