Borsa italiana, ecco su quali titoli conviene investire

Sul podio della borsa di Milano per capitalizzazione di mercato si posizionano Enel, Ferrari e Stellantis. Intanto il FTSE MIB è sceso del 12%

Borsa italiana, ecco su quali titoli conviene investire
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Sono oltre 400 le società quotate in Borsa Italiana sulle quali poter investire. Tra queste le migliori dieci hanno una capitalizzazione di mercato che vai dai 61 ai 17,1 miliardi di euro. Enel si posiziona al primo posto, mentre Ferrari conferma le buone prospettive nel settore del lusso.

Il podio

La quotazione di Enel ha segnato una crescita del 17% in sei mesi e il prezzo delle azioni, nel medesimo arco di tempo, è aumentato da 5 a oltre i 6 euro. Il colosso dell’energia è seguito da Ferrari che ha totalizzato un incremento del valore delle azioni del 34% nel 2022 ed è certamente la casa automobilistica che si attesta una migliore performance sul mercato anche grazie alla crescita del 4,6% del titolo solo nell’ultimo mese. Le azioni del brand di lusso valgono 272,20 euro al momento della scrittura.

Gli altri posti in classifica

Prosegue il resto della classifica con Eni che ha totalizzato 47,3 miliardi di euro in termini di capitalizzazione di mercato e Intesta Sanpaolo al quinto posto che ha raggiunto la cifra di 43,7 miliardi di euro. Al sesto e settimo posto troviamo UniCredit e STMicroelectronics che rispettivamente il valore delle loro azioni ammonta a 36,4 e 35,9 miliardi di euro. Le ultime tre posizioni sono occupate da Generali, Moncler e CNH Industrial, le tre realtà hanno capitalizzato nell’ordine 29, 17,8 e 17,1 miliardi di euro.

FTSE MIB

Il principale indice azionario di Borsa italiana è costituito da 40 aziende con la più alta capitalizzazione di mercato. Il FTSE MIB è calato del 12% rispetto al 2022 raggiungendo uno dei livelli peggiori negli ultimi dieci anni. La situazione del mercato è stata una delle cause che hanno portato ad un risultato critico.

La capitalizzazione complessiva è diminuita del 18,6% totalizzando una perdita di 626,2 miliardi di euro. Complice di questo andamento negativo è stata la guerra tra Russia e Ucraina assieme all’inflazione e all’aumento dei prezzi delle materie prime.

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