Ieri, mentre ancora cercavamo di capire, sull'onda del voto in Emilia Romagna, come mai tutte quelle auto elettriche e i cappotti termici e il fotovoltaico non avessero minimamente aiutato a ridurre le alluvioni, ci è arrivata dall'India la notizia che per il terzo giorno di fila Nuova Delhi è avvolta dallo smog e la qualità dell'aria è 50 volte oltre i limiti stabiliti dall'Oms.
Strano che là non ci fosse in giro Greta Thunberg. Il famoso ambientalismo a macchia di leopardo. Del resto, le proteste riescono sempre meglio in Occidente. Perché? Non si sa.
Sappiamo però una cosa. Che a questo punto, giusto per rispondere al populismo ecologista con un po' di scetticismo populista, diventa difficile convincerci carissima Ursula von der Leyen che se usiamo le auto elettriche e mettiamo il cappotto termico alle case, l'inquinamento sparisce e noi vivremo tutti più green e contenti.
Domande: ma a fronte delle isole di plastica negli oceani, delle centrali a carbone in Cina e dei mostruosi consumi di energia negli Usa, la colpa dell'apocalisse ecologica è davvero della mia vecchia zia di Pinerolo che gira col Pandino? O mia che strappo i tappi di plastica dalle bottiglie?
Dobbiamo passare alle rinnovabili, guidare l'elettrico e
rispettare le aree C e i 30 all'ora e impiantare pale eoliche... e tenere il termostato a 18° Così riusciremo a diradare lo smog in India.È proprio vero. Per fare credere alla favola verde, servono delle belle narrazioni.
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