Bulli in moto spadroneggiano in Albaro

«Teppe» residenti nel quartiere di Albaro molestano gli abitanti della zona con i loro motorini. Non esiste solo «Pino di Begato», famoso bullo di quartiere che - come nota canzoncina genovese recitava - «c'ho il vespino truccato, la pioggia mi bagna, il vento mi sferza, sbaglio la marcia e impenno anche in terza». Adesso il fenomeno del bullismo, che tanto ha dilagato nelle scuole questo inverno, ed è sempre stato appannaggio delle bande dei quartieri più disagiati della città, sta crescendo come fenomeno sempre più evidente anche delle zone «bene». Adolescenti in vacanza scorrazzano per via Boselli e zone limitrofe percorrendole con una ruota, facendo cioè le cosiddette «penne» col motorino. Ma spesso e volentieri lanciandosi in vere e proprie gare di velocità, piegando nelle curve i motocicli per vedere le scintille sulla strada.
«Sta diventando una situazione davvero insostenibile - dice Fabio Orengo, capogruppo di An nel Municipio del Medio Levante -. Sono dei soggetti davvero pericolosi che disturbano la quiete pubblica e soprattutto creano danni e paura ai residenti delle tranquille vie di Albaro». Senza parlare dei danni che a volte arrecano alle vetture in sosta, graffiandone la carrozzeria o spaccando gli specchietti retrovisori. Nessuno può dire loro nulla. Le persone che ci hanno provato o sono state prese a male parole, o minacciate. I ragazzini hanno continuato tranquillamente a imperversare. «Alla polizia municipale - racconta ancora Orengo - abbiamo detto che ci avremmo pensato noi. Saremmo scesi per strada con le mazze da baseball a spaventare un po' questi pivelli che stanno mettendo a ferro e fuoco il quartiere. I vigili sono sempre intervenuti. I teppistelli li sono stati ad ascoltare. Ma come se ne andavano continuavano a fare penne, gare e quant'altro». Secondo tutti ci vorrebbe più presenza sul territorio di polizia municipale, più collaborazione con i cittadini che non devono essere intimoriti ed avere paura di rappresaglie da parte dei ragazzi, ma denunciare sempre queste situazioni.
«Non possiamo tenere le finestre aperte - spiega Orengo - il rumore è davvero assordante sia di giorno che di notte. Questi se ne fregano di tutto e di tutti. Ma quello che ci chiediamo è cosa stanno facendo i loro genitori, dove sono e perché non li puniscono a dovere».

La situazione è veramente al limite. Gli abitanti sono esasperati e risoluti a «fare qualcosa». I ragazzini, intanto, rischiano di fare del male a qualcuno o a loro stessi. «Un provvedimento urgente - conclude Orengo - è indispensabile».

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