Bulli a scuola denunciati dai compagni

I responsabili della bravata allontanati e poi obbligati a lavori utili in classe. Il preside: «Puniti per educarli e dare l’esempio»

Pensavano di farsi grandi mostrando agli amici che frequentano la loro stessa scuola, l’umiliazione alla quale avevano sottoposto un compagno di classe. Costretto a leccare una scarpa ad uno dei quattro bulli, mentre gli altri filmavano la scena col telefonino. Invece la bravata non è stata affatto apprezzata, tanto che alcuni studenti, anziché plaudire, indignati hanno preferito raccontare tutto ai professori.
Così, in poco tempo i responsabili del grave episodio sono stati scoperti e subito allontanati dalle lezioni.
Una punizione che però non si è conclusa con la semplice «vacanza forzata»: rientrati a scuola hanno dovuto svolgere lavori utili alla classe, e inoltre sottoporsi periodicamente a colloqui con una psicopedagogista, messa a disposizione dall’Istituto. Teatro dei fatti l’Itis Alessandrini di Vittuone; protagonisti quattro studenti quattordicenni frequentanti, così come la vittima, la prima classe.
«Nella nostra scuola si respira adesso un clima di serenità – racconta il preside Gianmaria Stampini -; certo che l’episodio accaduto prima di Natale ci ha preso tutti alla sprovvista. Pensavamo infatti che gli atti di bullismo potessero essere estranei al nostro istituto; invece ci siamo trovati a doverne affrontare uno, per fortuna non di estrema gravità».
Verso la fine di novembre i quattro studenti avevano preso di mira un compagno più debole. E per disegnarsi un profilo da duri, dopo averlo bloccato in corridoio durante la ricreazione, lo avevano costretto sotto l’occhio della telecamera del telefonino a leccare una scarpa. «Bisogna dare atto agli altri studenti che anziché solidarizzare con i bulli, hanno preferito raccontare l’accaduto ai docenti e permetterci in breve tempo di individuarli - prosegue il preside -. Subito dopo abbiamo convocato a scuola i genitori e con loro definito un percorso “rieducativo” per i ragazzi, in maniera tale che quanto accaduto non passasse in sott’ordine in breve tempo. Insomma un esempio per tutti gli altri allievi della scuola».
Quindici giorni di sospensione dalle lezioni per cominciare, per il quartetto di gradassi che già in altre occasioni aveva fatto parlare di sé. Poi la riammissione e l’obbligo per tutti di ripagare il torto a beneficio dell’intera comunità scolastica.
«Abbiamo optato per un atto educativo più che unicamente punitivo - ha proseguito il responsabile dell’Itis -; i ragazzi responsabili dell’umiliazione inferta al compagno hanno dovuto svolgere lavori utili per tutta la scuola. In pratica, hanno effettuato per diverse settimane ricerche scolastiche di cui hanno goduto i benefici tutti i compagni».
Per completare il percorso di recupero, il preside ha preso contatti con una psicopedagogista, pagata con i fondi d’istituto. «Ogni martedì i ragazzi partecipano ad un incontro con questa figura e lo faranno sino al termine dell’anno».

Appena risaputo, l’episodio ha creato apprensione fra i genitori degli studenti dell’Itis di Vittuone. Per fortuna le prime a stigmatizzare l’atto di bullismo sono state proprio le famiglie dei colpevoli, che hanno lasciato al dirigente scolastico carta bianca per correre ai ripari.

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