C’è anche la filosofica leggerezza di Irene Brin

Elegante, poliglotta, fantasiosa, arguta, amante dell’arte e del bel vivere, Irene Brin (pseudonimo di Maria Rossi) seppe regalare alla società romana del secondo dopoguerra una folata di energica e «filosofica» leggerezza. Di più: seppe trasformare la moda, il costume, il rassicurante bon-ton in pretesti per vivisezionare l’animo umano; per scovarne le angolature ambigue e ipocrite e, insieme, per valorizzarne l’innato bisogno di condivisione e di convivialità. Non è dunque un caso che proprio al prezioso volumetto Dizionario del successo, dell’insuccesso e dei luoghi comuni (lo pubblica Sellerio) si ispiri l’omaggio che Clara Galante tributa alla tumultuosa giornalista e scrittrice. «Lo abbiamo intitolato semplicemente A B C - spiega l’interprete - e vuole essere un insieme di pensieri e riflessioni su come incontrare l’altro, a tavola, in aereo, ovunque. Cinquanta minuti di perle infilate a filo sottile». Suggerimenti, definizioni, aneddoti, citazioni, asserzioni illuminanti che qui si fanno voce e spazio accordati insieme: lo sfondo scelto per questo curioso evento è infatti l’Aranciera di Villa Borghese, ora sede del Museo Carlo Bilotti, dove sono custoditi capolavori di De Chirico, Severini, Warhol, Manzù. Un luogo ideale, dunque, che funziona da specchio rispetto alla biografia stessa della Brin: non solo appassionata cronista di testate quali «Omnibus» e «Settimana Incom»; non solo autrice di libri come Usi e costumi 1920-1940 o Olga a Belgrado; non solo viaggiatrice indefessa; ma anche animatrice - insieme con il marito Gaspero del Corso - di un’importante galleria a via Sistina. «È una donna che mi ha sedotta, per la stravaganza, la vivacità, la superba intelligenza», conclude l’attrice. E in effetti basta leggere qualche passo del suo godibile pamphlet per restarne affascinati: «Amicizia: contraddicendo, temo, molte figure geometriche, l’amicizia è insieme la base e il vertice di ogni successo. Schifanoia: è il nome di un castello.

Dovrebbe essere il programma di ogni ambizione mondana. Come sta?: domanda superflua e meccanica cui bisogno regolarmente rispondere benissimo. Il bollettino della nostra salute non interessa nessuno, tanto meno chi ce ne chiede così convenzionalmente notizie».

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