C’è bisogno di regole Ecco perché è nato il Codice dei giochi

Il Codice dei Giochi, presentato a Roma dall'associazione Giochi e Società, rappresenta un passo importante verso la formulazione di un Testo Unico su una materia che ha bisogno di regole certe e chiare. È quanto si augura Massimo Passamonti, presidente dell'associazione: «Il settore chiede a gran voce un testo unico per dare ordine a un mercato che ha raggiunto risultati straordinari e ha bisogno, fra l'altro, di una evidente semplificazione. Il Codice va proprio in questa direzione. Al suo interno figura tutta la normativa italiana sui giochi dal 1948 al giugno del 2010, con i perimetri normativi e gl'interventi regolamentari che hanno accompagnato lo sviluppo del comparto. A questo riguardo lancio un appello affinché le logiche di chi governa il settore siano tese a consolidare nei prossimi 10 anni gli straordinari risultati fin qui ottenuti. Dobbiamo aprire una pagina nuova».
Con molto realismo e un pizzico di ironia il sottosegretario Alberto Giorgetti ha fatto riferimento alla scadenza politica del 14 dicembre: «Aspettiamo di capire cosa accadrà in Parlamento». Poi ha aggiunto: «In questi anni s'è instaurato un rapporto importante fra istituzioni e operatori fatto di dialoghi e confronti continui. Peccato che all'esterno il lavoro fin qui fatto non sia stato valutato a dovere. Il Codice rappresenta un ulteriore motivo di trasparenza. È giusto seguire la logica di un testo ricognitivo ma bisogna ricordarsi che quello del gioco è un settore industriale vero e proprio: tutto sta a decidere se attuare una logica di sviluppo economico che non faccia riferimento unico al ministero dell'Economia. Va bene un codice che si occupa di modificare e rivedere le norme attuali, ma bisogna fare un salto di qualità operando in modo più ambizioso per capire cosa serve, cosa non serve e riscrivere ciò che è poco chiaro». In piena sintonia con queste valutazioni il parere espresso dal capo dell'ufficio legislativo del ministero della Semplificazione Giuseppe Chiné: «Abrogare ciò che non serve e riscrivere ciò che serve. Questa è la regola del nostro dicastero che ha provveduto, come tutti sanno, a rimuovere buona parte delle vecchie norme per una fruizione più rapida e diretta del comparto normativo italiano. Se la creazione di un Testo Unico dei Giochi sarà la strada che anche il ministero dell'Economia vorrà seguire, il nostro ministero offrirà totale collaborazione».
Che si debba operare in questa direzione, l'ha affermato a chiare note il direttore generale di Aams Raffaele Ferrara: «Dobbiamo accorpare le norme primarie, ridurre i provvedimenti amministrativi e fare in modo che le une e gli altri siano comprensibili e leggibili ai più. Il Testo Unico, che speriamo arrivi al più presto, deve rivolgersi a tutti, non solo agli esperti ma soprattutto ai giocatori che sono alla base dell'intero sistema. Quanto alle ludopatie, i numeri sembrano confortanti, ma non dobbiamo fermarci di fronte a questa semplice constatazione. E le campagne sul gioco responsabile, portate avanti con la collaborazione delle associazioni dei consumatori, puntano proprio su questo aspetto».


Prossimo appuntamento lunedì alla Fiera di Milano, nell'ambito di World Football Show, con un convegno sul sistema legislativo dei giochi al quale parteciperanno, oltre agli operatori del settore, il sottosegretario Giorgetti e l'europarlamentare Mario Mauro che anticiperà alcuni passi dell'opera magna sui giochi realizzata dall'Unione Europea. In discussione l'omologazione delle normative italiane con quelle comunitarie al fine di evitare contenziosi infiniti attraverso la stesura di regole indiscutibili.

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